Aspettiamoci altri mesi di caldo anomalo: l’avviso della WMO
Anche senza El Nino, la stagione appena iniziata sarà probabilmente segnata da temperature globalmente oltre la norma
Dopo un avvio con il botto, il 2020 continuerà ad essere segnato dal caldo anomalo: secondo l’ultimo aggiornamento dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), infatti, nei prossimi mesi le temperature medie globali resteranno al di sopra della norma. Il fatto preoccupante è che avverrà nonostante l’assenza dell’effetto riscaldante del fenomeno del Niño. La tendenza – triste a dirsi – è proprio questa. La primavera per l’emisfero settentrionale e l’autunno per l’emisfero meridionale, secondo le previsioni, saranno dunque stagioni più calde della media, nonostante l’assenza di questo fenomeno capace di alterare le condizioni climatiche mondiali.
Al momento, infatti, lo scenario più probabile secondo l’aggiornamento della WMO è la presenza di condizioni neutrali del fenomeno ENSO, ossia El Niño-Southern Oscillation. Nel trimestre marzo-aprile-maggio questo scenario ha una probabilità del 60%, contro il 35% di El Niño e il 5% della Niña. Nel trimestre successivo (giugno-luglio-agosto) le probabilità di ENSO neutrale sono del 55%, mentre El Niño e La Niña hanno entrambi il 20-25%.
Il riscaldamento globale avanza anche senza El Niño
Mesi di caldo anomalo senza l’aiuto del Niño. Ciò può significare solo una cosa: ossia che il contributo del riscaldamento globale indotto dall’uomo sta diventando sempre più incisivo. L’ENSO, infatti, non è l’unico fattore ad influenzare il clima a livello globale. Per questo motivo la WMO ha introdotto un “Global Seasonal Climate Update” che tiene in considerazione altre variabili tra cui anche il Dipolo dell’Oceano Indiano, connesso alla stagione degli incendi e del caldo anomalo in Australia e all‘emergenza locuste nell’Africa orientale. Tra i fattori in ballo, però, non bisogna dimenticare la tendenza al riscaldamento globale, che sta sicuramente contribuendo a riscaldare anche l’acqua superficiale di oceani e mari.
«Anche durante i mesi caratterizzati da condizioni neutre di ENSO, le temperature degli oceani sono mediamente più alte e le ondate di caldo oceaniche più frequenti rispetto al passato», ha dichiarato Petteri Taalas, segretario generale della WMO. «Il 2016 attualmente è l’anno più caldo della serie storica a causa della presenza di un forte fenomeno del Nino e del riscaldamento globale indotto dall’uomo. Il 2019 è al secondo posto degli anni più caldi, nonostante l’assenza del Niño. Il mese di gennaio 2020 è stato il più caldo della storia recente. Il segnale del cambiamento climatico causato dalle attività umane è ora potente come quello derivante da una delle principali forze della natura», ha aggiunto Taalas.
Ma cosa sono El Niño e La Niña?
Questi fenomeni si osservano sull’Oceano Pacifico equatoriale e sono caratterizzati da oscillazioni periodiche irregolari della pressione atmosferica e della temperatura delle acque superficiali capaci di influenzare le condizioni meteorologiche di tutto il Mondo.
In condizioni cosiddette “neutre”, si ha alta pressione sul settore orientale dell’oceano Pacifico e bassa pressione nel settore ovest, con i consueti venti orientali (alisei). Quando la pressione atmosferica diminuisce sul settore orientale e contemporaneamente aumenta a ovest, gli alisei si attenuano o talvolta invertono la direzione ostacolando la risalita di acqua fredda dalle profondità verso la superficie oceanica. Con questa configurazione viene favorito il riscaldamento anomalo delle acque, fenomeno noto come El Niño. Nella fase opposta viene, invece, viene favorito il raffreddamento anomalo delle acque, fenomeno noto come La Niña.
Il nome “El Niño”, “il bimbo” in spagnolo, deriva dal fatto che sia gli episodi più intensi (eventi con la cadenza di 4-6 anni), quanto quelli più leggeri che si presentano annualmente, si sviluppano intorno al periodo natalizio.