Nel 2024 il buco dell’ozono antartico è tornato alla normalità
Negli ultimi anni il buco dell'ozono antartico è durato più a lungo del solito. Nel 2024 ha invece ripreso un ciclo di vita in linea con la media del periodo di riferimento 1979-2021. I dati del Servizio di Monitoraggio dell'Atmosfera di Copernicus.

Verso la fine del secolo scorso, le emissioni antropiche di sostanze chimiche note come ODS (Ozone-Depleting Substances), ad esempio i clorofluorocarburi, hanno iniziato a erodere lo scudo di ozono stratosferico che protegge la vita sulla Terra dalle radiazioni solari ultraviolette, portando all’apertura, ogni anno da agosto a dicembre, del tristemente noto “buco dell’ozono” sull’Antartide.
Per tentare di ripristinare lo strato di ozono, i Paesi firmatari del Protocollo di Montreal (entrato in vigore nel 1989) e dei successivi emendamenti si sono impegnati a ridurre drasticamente i livelli di produzione e di consumo degli ODS. Ciò ha portato a un lieve miglioramento della situazione e si stima che, con un’ulteriore riduzione delle emissioni di sostanze dannose per l’ozono, entro il 2060 si potrà tornare ai valori precedenti al 1980.
Buco dell’ozono: come è andata nel 2024? Buone notizie.
Nel 2024 il buco dell’ozono antartico è stato meno longevo ed esteso degli anni precedenti.
Il monitoraggio quasi in tempo reale del Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS), basato su misurazioni satellitari ed elaborazioni modellistiche, ha permesso di rilevare che nel 2024 il buco dell’ozono antartico ha iniziato a chiudersi all’inizio di dicembre: in anticipo rispetto ai quattro anni precedenti, e in linea con la data di chiusura media del periodo di riferimento 1979-2021. Anche gli altri indicatori utilizzati per studiare il comportamento del buco dell’ozono, come l’area totale, sono risultati più vicini alla media rispetto agli ultimi anni.
Non solo. L’apertura del buco dell’ozono antartico è iniziata più tardi del solito, principalmente a causa della rottura del vortice polare provocata da due improvvisi episodi di riscaldamento stratosferico occorsi nel mese di luglio. Con il ripristino e la stabilizzazione del vortice polare, in agosto ha avuto inizio la distruzione chimica dell’ozono stratosferico con, alla fine del mese, lo sviluppo del buco sopra all’Antartide.
L’estensione del buco dell’ozono ha continuato regolarmente a crescere durante tutto settembre, fino a raggiungere, alla fine del mese, il massimo di quasi 22 milioni di km2: circa 3 milioni di km2 in meno rispetto all’area massima raggiunta nei due anni precedenti. L’estensione del buco dell’ozono è quindi costantemente diminuita per tutto ottobre, mantenendosi in linea con la media, e si è stabilizzata in novembre, fino alla rottura del vortice polare nella prima settimana di dicembre e la conseguente rapida chiusura del buco del 2024.
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