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Gas serra, aumento record delle concentrazioni di metano

Nuove cattive notizie sul fronte delle emissioni dei gas serra: l’Organizzazione Mondiale della Meteorologia (WMO) ha dato notizia di un aumento record delle concentrazioni di metano, il più potente gas ad effetto serra dopo la CO2. Un nuovo campanello d’allarme per la crisi climatica in atto.

Il bollettino sui gas serra della WMO ha rilevato un “salto” annuale eccezionale delle concentrazioni di metano nel 2021: si tratta dell’aumento più forte dall’inizio delle misurazioni ufficiali, iniziato quasi 40 anni fa. Nel 2020 l’aumento è stato di 15 parti per miliardo (ppb), nel 2021 di 18,3 ppb.

metano co2 gas serra

A contribuire a questo grande aumento di metano in atmosfera si stima una concausa di attività umane e biologiche. Il motivo non è quindi ancora chiaro: potrebbe essere feedback climatico o l’effetto della Nina, ma servono studi approfonditi per poter dare una risposta.

Anche l’aumento delle concentrazioni di anidride carbonica (CO2) rispetto al 2020 è stato più ampio della media annuale dell’ultimo decennio. E nel 2022 le concentrazioni sono aumentate ancora.

Il bollettino sui Gas Serra della WMO ha evidenziato, ancora una volta, l’enorme sfida – e la necessità vitale – di una urgente azione climatica per tagliare le emissioni e prevenire un aumento ancora più grande delle temperature globali“, ha commentato il Segretario Generale della WMO, Prof. Petteri Taalas.

Siamo diretti verso il disastro – ha commentato Antonio Guterres, segretario generale dell’ONU-. Abbiamo bisogno adesso di un’azione climatica urgente, su larga scala e sistemica“.

Metano e CO2, le concentrazioni continuano ad aumentare

Nel 2021 si sono registrate concentrazioni di CO2 di 415,7 parti per milione (ppm), di metano di 1908 parti per miliardo (ppb) e di ossido di azoto di 334,5 ppb. Si tratta di concentrazioni del 149%, 262% e 124% rispetto ai livelli preindustriali, ossia prima che le attività antropiche distruggessero l’equilibro naturale di questi gas in atmosfera.

Il metano atmosferico è il secondo gas serra più importante per il riscaldamento globale. Le emissioni di questo gas, però, dipendono molto dalle fonti e dai “sinks“, ossia da quegli elementi che sottraggono gas serra dall’atmosfera. Osservando i dati storici è possibile vedere come dal 2007 le concentrazioni di metano sono aumentate sempre più velocemente. Gli aumenti registrati nel 2020 e 2021, rispettivamente di 15 and 18 ppb (parti per miliardo), sono i più alti dall’inizio delle misurazioni nel 1983.

Tra il 1990 e il 2021 l’effetto “riscaldante” di questi gas serra (il forzante radiativo), è aumentato del 50%: l’anidride carbonica, in particolare, è responsabile per l’80% di questo aumento.

L’anidride carbonica è al 149% rispetto ai livelli preindustriali. Responsabili di questa impennata sono sicuramente l’uso di combustibili fossili e la produzione di cemento. Le emissioni sono tornate ad aumentare dopo il calo provocato dal lockdown causato dalla pandemia. Tra il 2011 e il 2020 il 48% delle emissioni derivanti dalle attività umane si è accumulato in atmosfera, il 26% è stato assorbito dagli oceani, il 29% dalle terre emerse. Ma crescono le preoccupazioni circa la capacità di oceani e terre emerse di assorbire tali quantità di gas serra: in futuro – non così lontano – il loro aiuto potrebbe venire meno, e come conseguenza, le temperature globali potrebbero aumentare più in fretta.

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Silvia Turci

Ho conseguito una laurea specialistica in Comunicazione per l’Impresa, i media e le organizzazioni complesse all’Università Cattolica di Milano. Il mio percorso accademico si basa però sullo studio approfondito delle lingue straniere, nello specifico del francese, inglese e russo, culminato con una laurea triennale in Esperto linguistico d’Impresa. Sono arrivata a Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995) nel 2014 e da allora sono entrata in contatto con la meteorologia e le scienze del clima: una continua scoperta che mi ha fatto appassionare ogni giorno di più al mio lavoro.

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