Ieri, in una delle votazioni sul Green Deal europeo, il Parlamento dell’UE ha votato chiedendo un innalzamento dell’obiettivo climatico, portando il taglio delle emissioni dei gas serra dall’attuale 40% al 60% entro il 2030. I voti a favore sono stati 352, mentre quelli contro sono stati 326, con 18 astenuti. Il taglio proposto va oltre al 55% chiesto dalla Commissione a metà settembre.
«Questo è un momento storico – commenta l’eurodeputata Jytte Guteland -. E’ la grande transizione, il momento di svolta che ci porta verso nuove e stringenti politiche climatiche. Considerando la sfida che abbiamo di fronte a noi, il riscaldamento globale, la crisi (climatica) in atto a livello mondiale e il rischio a cui andiamo incontro, è molto importante per noi avere un messaggio chiaro dal Parlamento Europeo che ci permetta di agire attraverso una legislazione climatica forte». Il testo ora verrà presentato al consiglio europeo per l’approvazione definitiva: il tema sarà affrontato la prossima settimana al Consiglio europeo del 15 e 16 ottobre. L’UE spera di chiudere i negoziati sul clima entro la fine dell’anno.
“Historic moment and game changer to take us to a higher level for the climate policy”
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Il Parlamento UE ha chiesto di rendere vincolante l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 per ogni Paese dell’Unione Europea. Inoltre è stato chiesto alla Commissione europea di presentare un proposta di obiettivo per il 2040, la creazione di un consiglio di scienziati che esamini non solo la fattibilità degli obiettivi, ma anche l’operato dell’UE, e un bilancio delle emissioni di carbonio entro la fine del 2021 in relazione con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
Green Deal: obiettivo ambizioso, ma sarà sufficiente?
Legambiente commenta l’ottimo risultato chiedendo ora azioni concrete a livello nazionale: «Per fronteggiare l’emergenza climatica e contenere il surriscaldamento del pianeta entro la soglia critica di 1.5° C serve una risposta altrettanto coraggiosa dei governi nazionali, a partire dall’Italia».
Per alcuni l’obiettivo del 60% è ancora troppo poco. Greenpeace European Unit ha chiesto una riduzione del 65%: «il 60% non è abbastanza per fare quanto necessario secondo gli scienziati per evitare il collasso climatico. I governi dell’UE devono fare di più».
Anche Legambiente sostiene un taglio del 65%: «è cruciale che l’azione climatica dei governi – spiega il presidente di Legambiente Stefano Ciafani – sia così ambiziosa da consentire una riduzione media annua del 7.6% da qui al 2030, al fine di contenere l’aumento della temperatura media globale entro la soglia critica 1.5° C. Per l’Unione europea questo significa una riduzione del 65% delle emissioni climalteranti entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e quindi andare ben oltre il 55% proposto dalla Commissione. Obiettivo ambizioso, ma tecnicamente ed economicamente raggiungibile».
Secondo Wwf European Policy Office «il Parlamento europeo va applaudito per aver preso una posizione molto più progressista della proposta “netta” del 55% della Commissione. Tuttavia, un obiettivo del 60% per il 2030 non è ancora in linea con ciò che la scienza dimostra che dobbiamo fare per avere la possibilità di evitare i peggiori impatti dei cambiamenti climatici».
We did it! 60% did win! Now we take the climate policy to a higher level! Thank you EP for givning me that mandate. @TheProgressives pic.twitter.com/ZzlSnwoDjc
— Jytte Guteland (@JytteGuteland) October 7, 2020