Stati Uniti potrebbero rimuovere 1 miliardo di tonnellate di carbonio dall’aria ogni anno
Non servono nuove tecnologie – o meglio – non dobbiamo aspettare nuovi strumenti e tecnologie: abbiamo già tutto quello che serve per migliorare la nostra impronta sul clima e l’ambiente. Secondo un rapporto, pubblicato dal Lawrence Livermore National Laboratory, gli Stati Uniti potrebbero rimuovere 1 miliardo di tonnellate di carbonio dall’aria ogni anno entro metà secolo utilizzando gli strumenti già a disposizione.
“La rimozione e lo stoccaggio del carbonio da biomassa (BiCRS) rappresenta circa il 70% del potenziale di rimozione del carbonio degli Stati Uniti, ovvero circa 700 milioni di tonnellate all’anno”, ha affermato Jennifer Pett-Ridge, autrice principale e scienziata senior del laboratorio. Questa procedura prevede la raccolta di rifiuti solidi urbani e scarti forestali, che hanno estratto CO2 dall’aria, e il loro utilizzo per produrre prodotti come idrogeno, biogas e carbone.
La biomassa, o qualsiasi materia proveniente da piante, animali o altri esseri viventi, è chiamata biocarburante se possiamo usarla per produrre energia (bioenergia). Il carbonio emesso dall’uso della bioenergia viene catturato e immagazzinato invece di essere rilasciato nuovamente nell’atmosfera.
La scienza su questo processo è già consolidata, e i processi sono chiari. Gli Stati Uniti hanno abbastanza biomassa di scarto per implementarlo, mancano solo i finanziamenti per costruire gli impianti per poter realizzare questo processo su larga scala. Secondo il rapporto servirebbero 130 miliardi di dollari per raggiungere l’obiettivo di rimuovere 1 miliardo di tonnellate di carbonio all’anno utilizzando BiCRS e altri metodi. Si tratta di un investimento alla portata, dato che equivale più o meno all’importo che il Paese spende ogni anno per la gestione dei rifiuti solidi.
Gli Stati Uniti emettono 5,9 miliardi di tonnellate di gas ad effetto serra ogni anno, di cui la CO2 ammonta a 5 miliardi di tonnellate l’anno.
“Invece di gettare tutto in una discarica e lasciare che i rifiuti si decompongano semplicemente, rilasciando nell’atmosfera CO2 o metano, possiamo riciclarli”, ha detto Pett-Ridge. Il processo è chiaro ma non è privo di rischi, tra cui il fatto di garantire che vengano utilizzati solo i rifiuti anziché, ad esempio, l’abbattimento di una foresta sana che continuerebbe a sequestrare carbonio e a fornire un prezioso habitat.
Per questi motivi è stata esaminata anche una tecnica che prevede la combustione di biomassa e l’utilizzo della cattura del carbonio, nota come BECCS (Bioenergy with Carbon Capture and Storage): questo processo implica la cattura e lo stoccaggio permanente di CO2 proveniente da processi in cui la biomassa viene convertita in combustibili o bruciata direttamente per generare energia. Poiché le piante assorbono CO2 mentre crescono, questo è un modo per rimuovere CO2 dall’atmosfera.
La messa in atto di un piano per la rimozione e lo stoccaggio del carbonio da biomassa, inoltre, potrebbe portare centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro. Secondo lo studio gli Stati Uniti la crescita di questo settore potrebbe creare 440.000 nuovi posti di lavoro, circa cinque volte il numero di posti di lavoro persi dall’industria del carbone dal 1990.
Le operazioni di sequestro della CO2 e dei gas serra emessi in atmosfera è una delle strade da percorrere per frenare il riscaldamento globale, ma deve essere affiancata da strategie per ridurre le emissioni a monte. Secondo un report dell’IEA, l’Agenzia Internazionale dell’Energia, sulla base dei progetti attualmente nelle fasi iniziali e avanzate di implementazione, la rimozione di carbonio tramite BECCS potrebbe raggiungere poco meno di 50 Mt CO2 l’ anno entro il 2030, una cifra ben al di sotto dei circa 190 Mt CO2 l’ anno rimossi attraverso BECCS entro il 2030 nel Scenario Emissioni nette zero entro il 2050 (NZE). Sarà necessario un sostegno mirato per la rimozione del biossido di carbonio (CDR), e in particolare per il BECCS, per tradurre il recente slancio in capacità operativa.