Barriera corallina, a Tahiti è stata scoperta una rara porzione incontaminata
Una missione dell'UNESCO ha portato alla luce un'enorme porzione di barriera corallina incontaminata: per i ricercatori è segno che altri ecosistemi stanno aspettando di essere scoperti
La barriera corallina è tra gli ecosistemi più sensibili al cambiamento climatico. L’aumento continuo delle temperature ha causato infatti cinque sbiancamenti di massa dal 1998 al 2020 e un altro ancora potrebbe verificarsi proprio entro la fine di gennaio secondo una recente ricerca della NOAA.
La Grande Barriera Corallina rischia un nuovo sbiancamento di massa |
Ma per una notizia negativa ce n’è un’altra che certamente fa ben sperare. Al largo della costa di Tahiti, infatti, è stata scoperta una rara porzione di barriera corallina incontaminata. Secondo gli scienziati che hanno guidato la missione promossa dall’UNESCO, non risulta che i coralli abbiano subito un qualche evento di sbiancamento come invece è successo a molti coralli vicini nel 2019.
Barriera corallina, la nuova scoperta suggerisce l’importanza di mappare gli oceani
La nuova scoperta fatta al largo della costa di Tahiti, nella “zona crepuscolare dell’Oceano Pacifico”, offre la speranza che altri ecosistemi incontaminati stiamo aspettando di essere scoperti a profondità inesplorate. La nuova porzione di barriera corallina, che si estende per circa tre chilometri ed è formata da coralli a forma di rosa, è una delle più grandi scoperte di questo tipo a una profondità di oltre 30 metri, dove i livelli di luce solare sono molto più bassi. “È stato magico assistere a coralli rosa giganti e meravigliosi che si estendono a perdita d’occhio”, ha detto Alexis Rosenfeld, un fotografo subacqueo francese che faceva parte del team di subacquei internazionali che ha fatto la scoperta. “Era come un’opera d’arte”.
Une mission de recherche scientifique soutenue par l'UNESCO a découvert l'un des + grands récifs coralliens du ? au large des côtes de Tahiti.
Cette découverte unique est un pas en avant pour la #science !
Découvrez le projet #1Ocean d'@AlexisRosenfeld https://t.co/IkTdmMG9he pic.twitter.com/r6QFXiNtjV
— UNESCO en français (@UNESCO_fr) January 20, 2022
«Conosciamo la superficie della luna meglio delle profondità dell’oceano»
I ricercatoti, che hanno effettuato un totale di 200 ore di immersioni nella Polinesia francese, hanno affermato che molto probabilmente più barriere coralline stanno aspettando di essere scoperte a profondità simili. E mentre un tempo non era possibile farlo, adesso i miglioramenti nella tecnologia delle immersioni offrono una grande chance. “Ad oggi, conosciamo la superficie della luna meglio delle profondità dell’oceano. Solo il 20% dell’intero fondale marino è stato mappato”, ha affermato Audrey Azoulay, direttore generale dell’UNESCO.
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La maggior parte delle barriere coralline conosciute al mondo si trova a una profondità di 25 metri e oltre e molte rischiano il collasso a causa delle acque degli oceani sempre più calde. A settembre uno studio ha rilevato che la copertura dei coralli dagli anni ’50 a oggi si è praticamente dimezzata.