I ghiacciai della Turchia si stanno sciogliendo. Le preoccupazioni degli studiosi
Il 16 luglio si è verificata un'importante rottura del ghiacciaio presente sul monte Cilo. Urgono interventi repentini per cercare di invertire questo trend negativo
Il riscaldamento globale sta mettendo sempre più a rischio il nostro Pianeta e la vita su di esso. Minaccia infatti molte specie di animali e piante che vivono e si riproducono in specifiche condizioni ambientali ma soprattutto rischia di mettere in pericolo l’uomo. É tra le principali cause dello scioglimento dei ghiacciai e dell’innalzamento dei livelli dei mari: purtroppo ormai ci siamo abituati a vedere immagini che riguardano la fusione di parti delle calotte polari, dei ghiacciai e la combinazione di questi fenomeni fa aumentare il livello dei mari, causando alluvioni e fenomeni di erosione lungo le regioni costiere.
In Turchia, il 16 luglio, si è verificata un’importante rottura del ghiacciaio presente sul monte Cilo, un maestoso picco tettonico avvolto da un duraturo mantello di ghiaccio e neve tutto l’anno, che si trova nella provincia di Hakkâri. Con i suoi 4116 metri è la terza montagna più alta della Turchia; dopo l’incidente, il 26 luglio, un team di esperti del Dipartimento di ingegneria geologica dell’Università di Istanbul, tra cui il professor Huseyin Öztürk, il professor Nurullah Hanilci e il membro della facoltà Aynur Dikbaş, ha deciso di salire sulle sue pendici per cercare di comprendere la crisi in atto.
“Per circa 15 anni, ci siamo impegnati nello studio della regione di Hakkari a cui abbiamo dedicato seminari e ricerche che abbracciano mineralizzazioni, sismicità e catastrofismo. Questa volta, tuttavia, ci siamo confrontati con un evento distinto: una rappresentazione cruda della crisi climatica, un clima trasformato e l’inquietante alterazione del nostro ambiente. I ghiacciai, simbolo della magnificenza della natura, stanno innegabilmente diminuendo, ritirandosi e abbandonando la loro massa in tutto il mondo. Anche quelli presenti sulle parti più alte della montagna hanno ceduto al disgelo e di conseguenza i torrenti ne hanno progressivamente eroso la base. Dobbiamo affrontare queste incertezze e ricalibrare di conseguenza le nostre azioni. La trasformazione del ghiacciaio è un presagio di pericolo. Grazie all’utilizzo di droni, abbiamo fotografato l’inquietante progressione delle masse glaciali verso la disintegrazione. Un intervento rapido è fondamentale per evitare la catastrofe“. Queste le parole di Huseyin Öztürk.
Il prof. Mehmet Akif Sarıkaya dell‘Istituto dell’Eurasia di Scienze della Terra, Dipartimento di Scienze della Terra Solida presso l’Università Tecnica di Istanbul ha affermato:” Poiché i ghiacciai polari sono molto più grandi, il loro scioglimento non è così rapido come quelli sulla terraferma. Il dissolvimento di quelli che si trovano nelle regioni di media latitudine come la nostra, avviene molto più velocemente. L’aumento delle temperature dopo l’industrializzazione ha ridotto la presenza di ghiacciai anche in Turchia così come nel resto del mondo. Ricordiamoci che sono le principali fonti d’acqua e il loro scioglimento significa anche una diminuzione delle risorse idriche mondiali. In Anatolia si contano 51 zone glaciali in 12 località che circondano un’area totale di 10 km²; il più grande ghiacciaio sulla sommità del Monte Nemrut è diminuito di circa 3 km² dal 1976, si tratta di una perdita di un’area del 30-35%. I ghiacciai sul Cilo si sono invece ridotti del 50-60% negli ultimi 100 anni. Secondo i nostri studi se il riscaldamento globale continua a questo ritmo, il ghiacciaio di Erciyes scomparirà completamente. I record di temperatura registrati in tutto il mondo, associati alle attività umane, accelerano la fusione: urgono interventi repentini per cercare di invertire il trend“.