Foreste inglesi a rischio collasso entro il 2073. Lo studio
Un gruppo di esperti mette in guardia dai pericoli che corrono i boschi britannici a causa di malattie, condizioni meteorologiche estreme e incendi
Lo studio “A horizon scan of issues affecting UK forest management within 50 years” pubblicato sulla rivista britannica Forestry afferma che entro i prossimi 50 anni le foreste del Regno Unito potrebbero avere un collasso dell’ecosistema a causa di molteplici fattori tra cui malattie delle piante, condizioni meteorologiche estreme e incendi. La ricerca è stata realizzata da un gruppo di 42 studiosi provenienti da tutta Europa con la consultazione di 1200 esperti sotto la direzione di Eleanor Tew, responsabile della pianificazione forestale presso Forestry, una divisione della Forestry Commission responsabile della gestione e della promozione delle foreste di proprietà pubblica in Inghilterra.
Sono 15 le questioni emergenti e trascurate che probabilmente avranno un impatto significativo sulle foreste del Regno Unito nel prossimo mezzo secolo e per identificarle il team si è avvalso per la prima volta dell’applicazione “scansione dell’orizzonte” che ha l’obiettivo di aiutare i ricercatori, i professionisti, i politici e la società in generale a prepararsi meglio per il futuro e ad affrontare le minacce prima che diventino critiche. Eleanor Tew che fa anche parte del dipartimento di zoologia dell’università di Cambridge, ha comunque sottolineato che “Abbiamo tempo per fare la differenza e c’è molto che possiamo fare per rendere le nostre foreste più resilienti“.
“Abbiamo seguito una metodologia di scansione dell’orizzonte collaudata che ha coinvolto un gruppo di esperti diversificato per raccogliere e dare priorità a una lunga lista di 180 questioni. Queste rappresentano una vasta gamma di temi, all’interno di uno spettro di influenze che va dagli shock termici e dalle perturbazioni ambientali, ai cambiamenti politici e socioeconomici, con complesse interazioni emergenti tra di loro. Dobbiamo stare attenti a evitare l’inerzia perché ci sentiamo sopraffatti o addirittura a concentrarci semplicemente su vittorie facili senza considerare ramificazioni più ampie. Le nostre risposte a ciascuna delle sfide e opportunità evidenziate devono essere sinergiche e coerenti, coinvolgendo una pianificazione su scala paesaggistica. Sarà essenziale un approccio più adattivo alla gestione forestale che incoraggi l’innovazione e l’apprendimento continui”.
Molte delle criticità elencate stanno già colpendo foreste e boschi. È stato stimato che la malattia fungina del deperimento del frassino ne ucciderà fino a 8 su 10. Nel 2021 le tempeste invernali hanno distrutto circa 12.000 ettari di foresta in Gran Bretagna e le proiezioni climatiche mostrano che tempeste, ondate di caldo, siccità e inondazioni diventeranno sempre più frequenti e intense. L’utilizzo dell’acqua per gli alberi sta entrando poi in crescente conflitto con il bisogno umano di questa risorsa per le case e i terreni agricoli. “Il problema sorge quando tutte queste cose accadono contemporaneamente sotto forma di minacce multiple e interconnesse. Ciò semplicemente travolge la foresta, fondamentalmente porta alla morte degli alberi e al collasso dell’ecosistema forestale… con enormi impatti paesaggistici e influenze significative sulla società” queste le parole di Eleanor Tew.
Le soluzioni proposte per contrastare questa situazione includono l’aumento della diversità delle specie arboree all’interno di un bosco, la piantumazione di alberi di età diverse, la promozione della rigenerazione naturale, la gestione delle popolazioni di cervi e l’utilizzo della piattaforma Tree Alert che permette a chiunque si connetta al sito di segnalare possibili parassiti e malattie degli alberi. Gli scienziati suggeriscono anche di assicurarsi di avere scarpe pulite prima di camminare in un nuovo bosco per evitare di diffondere malattie. L’industria forestale poi deve pianificare in anticipo le sue intenzioni; una conifera media in una piantagione può impiegare fino a 60 anni per raggiungere la maturità e una latifoglia fino a 150 anni. “La silvicoltura è sempre stata una pianificazione a lungo termine e ci troviamo in un momento di enormi cambiamenti“.
Gli impatti a lungo termine del collasso dell’ecosistema forestale includerebbero la perdita di legname, il sequestro del carbonio e una peggiore qualità dell’aria. Il governo inglese prevede di piantare 30.000 ettari di foresta ogni anno entro il 2025, il doppio dell’attuale tasso di piantagione. Il Regno Unito è uno dei paesi europei meno boscosi, con una copertura totale del 13% e un rapporto del 2021 del Woodland Trust aveva rilevato che solo il 7% dei boschi nativi del Regno Unito era in buone condizioni.