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Antartide, estensione invernale dei ghiacci marini prossima al record minimo

Gli scienziati temono che il continente antartico sia entrato in un "nuovo stato"

Il ghiaccio marino che circonda l’Antartide sta per raggiungere un nuovo record minimo rispetto alla sua estensione invernale, sulle orme di quanto successo nel 2023.

Per il secondo anno consecutivo, infatti, la banchisa di ghiaccio che circonda il continente antartico si è ridotta ai minimi storici: nell’inverno 2023 ha coperto circa 1,6 milioni di kmq in meno rispetto alla media, un’area più o meno delle dimensioni di Francia Gran Bretagna, Germania e Spagna messe insieme.

Ghiaccio marino, l’estensione invernale sfiora il minimo record del 2023

Il 2023 e il 2024 sono anni anomali: lo dimostra chiaramente il grafico sotto. Il 7 settembre di quest’anno la quantità di oceano ghiacciato era inferiore rispetto alla stessa data dell’anno scorso.

Questo grafico mostra la differenza dalla media del del ghiaccio marino per tutti i 46 anni. I dati sono stati registrati con strumentazione satellitare a microonde passive. L’estensione del ghiaccio marino è notevolmente inferiore nell’inverno australe degli ultimi due anni. Credito: Phillip Reid, Ufficio meteorologico australiano

Normalmente l’estensione dei ghiacci raggiunge il suo massimo annuale intorno alla metà del mese di settembre, quando il freddo dell’inverno australe lascia spazio a temperature meno rigide. Il picco quindi non è stato ancora raggiunto, ma secondo gli esperti non sarà lontano da quello record raggiunto nel 2023. Alla fine di agosto infatti l’estensione del ghiaccio marino era di 16,86 milioni di chilometri quadrati, il secondo più basso nei dati satellitari, appena sopra il minimo storico del 2023.

Il fatto che questa condizione si stia ripetendo per il secondo anno consecutivo è allarmante: secondo gli scienziati infatti, l’andamento dell’estensione dei ghiacci marini si inserisce in un ventaglio di evidenze che dimostrano come il sistema antartico stia entrando in un “nuovo stato”. “Ciò di cui stiamo parlando sono due incredibili eventi estremi” – ha affermato al Guardian il dott. Will Hobbs, ricercatore del ghiaccio marino presso l’Università della Tasmania -.”L’anno scorso è stato scandaloso e si è verificato di nuovo“.

Gli ultimi due anni sono stati i più caldi mai registrati, e questo surplus di calore non sta solo condizionando la variabilità atmosferica, ma viene anche assorbito da mari e oceani, con ricadute dirette sulla fusione dei ghiacci marini. A sua volta, poi, la perdita di superficie marina ghiacciata ha un impatto sulle interazioni tra oceani e atmosfera: un feedback climatico che accelera la fusione dei ghiacci e il riscaldamento dell’atmosfera.

La fusione del ghiaccio marino non ha lo stesso impatto sull’innalzamento del livello del mare della fusione dei ghiacciai, ma ciò non significa che la perdita di banchisa sia ininfluente rispetto al sistema climatico e ambientale dell’Antartide. La presenza di ghiaccio marino, infatti, rallenta la perdita di ghiaccio continentale. Senza ghiaccio marino, le acque scure dei mari e oceani che circondano l’Antartide assorbono più calore e favoriscono la fusione dei ghiacciai sulla terraferma, e questo avrebbe (o avrà) conseguenze molto più impattanti a livello planetario.

Silvia Turci

Ho conseguito una laurea specialistica in Comunicazione per l’Impresa, i media e le organizzazioni complesse all’Università Cattolica di Milano. Il mio percorso accademico si basa però sullo studio approfondito delle lingue straniere, nello specifico del francese, inglese e russo, culminato con una laurea triennale in Esperto linguistico d’Impresa. Sono arrivata a Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995) nel 2014 e da allora sono entrata in contatto con la meteorologia e le scienze del clima: una continua scoperta che mi ha fatto appassionare ogni giorno di più al mio lavoro.

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