Record negativo per l’Antartide: l’estensione del ghiaccio marino che circonda l’Antartide ha appena raggiunto la minima estensione annuale, ed è la più bassa da quando sono iniziate le osservazioni, ossia dal 1979.
Secondo gli scienziati del National Snow and Ice Data Center (NSIDC), i ghiacci marini hanno appena raggiunto il minimo, ossia l’estensione più bassa nel ciclo annuale: durante l’estate australe infatti i ghiacci fondono, contraendo la superficie di banchisa che dalla terra si estende sui mari attorno al continente. Ogni anno il minimo viene raggiunto proprio tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo. Nelle settimane successive infatti, il ghiaccio torna a formarsi e ad alimentare la superficie di banchisa antartica.
Quest’anno però, come già sei temeva dalle osservazioni fatte nei mesi precedenti, l’estensione minima ha raggiunto un record negativo, segnando il valore più basso degli ultimi 44 anni.
Il minimo, nello specifico, è stato raggiunto il 21 febbraio con un’estensione di 1,79 milioni di chilometri quadrati. Mancano all’appello 1,05 milioni di chilometri quadrati rispetto alla media calcolata nel periodo 1981-2010. Una superficie comparabile a quella di Spagna e Francia. E il record è arrivato per il secondo anno consecutivo: anche nel 2022 il ghiaccio marino antartico aveva raggiunto un minimo record. Quest’anno per, rispetto all’anno scorso, la superficie della banchisa si è ristretta di altri 136 mila chilometri quadrati, praticamente un’area grande quanto l’Inghilterra.
Gli scienziati ci tengono però a ricordare che la situazione è ancora in divenire: il minimo definitivo potrebbe addirittura essere inferiore. Tutto dipenderà dai venti e dalle condizioni meteo dei prossimi giorni.
Stando ai dati che abbiamo oggi, il minimo annuale del 2023 è stato raggiunto 3 giorni prima rispetto alla data media del trentennio 1981-2010.
Sul podio degli anni record per estensione minima abbiamo dunque il 2023, il 2022 e il 2017 e il 2018 al terzo e quarto posto. Questo potrebbe far pensare, spiegano gli esperti, che ci troviamo di fronte ad un progressivo calo della superficie del ghiaccio marino, specie nell’ultimo periodo. In realtà il periodo di osservazione di questi ultimi anni non è sufficientemente ampio per potersi lanciare in previsioni di questo tipo, tant’è che nel 2013 e 2015 l’estensione ha quasi raggiunto record massimi.
Osservando l’intero andamento degli ultimi 44 anni, infatti, è possibile osservare una perdita annua di ghiaccio marino di 2800 chilometri quadrati, l’1% ogni decennio. Si tratta quindi di un trend molto meno marcato rispetto alla condizione dell’Artico.
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