Siberia, incendi fuori controllo ma l’esercito è impegnato nella Guerra in Ucraina
Dall'inizio del 2022 sono scoppiati 7400 incendi in Russia e sono andati in fiamme oltre 2,8 milioni di ettari di territorio
Siamo a fine aprile, e in Siberia la stagione degli incendi è già entrata nel vivo: diversi roghi sono scoppiati nell’ovest della regione russa, sempre più spesso interessata da vasti incendi. La situazione è particolarmente grave anche perché bisogna considerare che ora l’esercito di Putin, impegnato nella guerra in Ucraina, non può intervenire per spegnere le fiamme. Non sono nemmeno disponibili gli aerei militari, utili per localizzare le fiamme e aiutare nello spegnimento dei roghi.
Now The Independent reports it too – Siberian forests are on fire in #Russia. They cannot be extinguished due to a lack of military firefighters – #Putin sent them all to the war in #Ukraine
Meanwhile the fire in #Siberia is twice as wide as last years’, journalists say
1/2 pic.twitter.com/1xJLLetEG3
— News from Ukraine (@uasupport999) April 24, 2022
Russia: dal 1 gennaio gli incendi hanno bruciato oltre 2,8 milioni di ettari. Situazione complicata in Siberia
Tra il 18 aprile al 24 aprile 2022, i servizi forestali e la popolazione locale hanno spento 617 incendi boschivi in 33 regioni della Russia. Ma ne restano attivi almeno altri 19, che stanno bruciando altri circa 2000 ettari di foreste. Secondo il monitoraggio satellitare ISDM-Rosleskhoz, dall’inizio del 2022 sono scoppiati 7400 incendi e sono andati in fiamme oltre 2,8 milioni di ettari di territorio. Secondo Greenpeace Ru si tratta del doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Greenpeace Russia riporta molti incendi soprattutto nella Siberia occidentale, principalmente scoppiati per mano dell’uomo a causa delle pratiche agricole. I roghi stanno interessando le regioni di Omsk, Novosibirsk, Kemerovo, Kurgan, Tyumen, Altai. “Quest’anno la situazione è particolarmente difficile nelle regioni di Omsk e Kurgan” riporta Greenpeace RU, dove si hanno notizie di fiamme incontrollate, fumo nelle città e sulle autostrade.
Secondo l’ISDM-Rosleskhoz nel territorio delle regioni di Omsk e Novosibirsk, è previsto un aumento del pericolo di incendio nelle aree naturali a causa delle condizioni meteorologiche, che può complicare la gestione degli incendi boschivi. Per questo è stato richiesto un aumento delle forze e dei mezzi impegnati per lo spegnimento degli incendi in questa regione, con il coinvolgimento anche delle forze antincendio forestali interregionali.
The #WildFires season has started in western #Siberia
⬇️#CopernicusEU #Sentinel2 ???️ acquired this image on 17 April, ~85 km NE of Omsk. It shows one of the multiple fires active in the area pic.twitter.com/Eckm2V4W8r
— Copernicus EU (@CopernicusEU) April 19, 2022
Secondo le normative russe, gli incendi meno pericolosi per le popolazioni locali o per le località chiave a livello economico, non vengono spenti. Secondo il capo dell’Agenzia federale per le foreste Ivan Sovetnikov il 90% degli incendi boschivi primaverili è associato a un fattore antropogenico: gli incendi forestali hanno origine in altri territori vicini (di uso differente), oppure l’incendio viene innescato da combustioni agricole vietate, vegetazione secca bruciata nei cottage estivi o a causa della gestione negligente del fuoco.
I vigili del fuoco forestali della Federal Avialesookhrana utilizzeranno moderni veicoli aerei senza pilota per un importo di 108 pezzi per pattugliare le aree forestali al fine di rilevare ed estinguere gli incendi boschivi e garantire la sicurezza della popolazione.
Preoccupano gli incendi zombie
E in alcune zone continuano a bruciare i cosiddetti “incendi zombie“. Gli incendi zombie sono i residui dei roghi che si sviluppano in estate: si tratta di incendi se sembrano estinti, ma che in realtà sopravvivono persino sotto la neve dell’inverno, e riprendono a bruciare in modo più evidente durante la primavera successiva. Gli incendi zombie quest’anno potrebbero essere un problema nella regione degli Urali, in stato di siccità, ma anche nel Tjumen’ e nella Jacuzia.
E quando a bruciare è il permafrost, i danni aumentano. Gli incendi record del 2019 nell’Artico hanno emesso circa 50 megatonnellate di anidride carbonica nel solo mese di giugno. Vale a dire l’equivalente delle emissioni annue totali della Svezia.
Il disgelo del permafrost artico nel nord-est della Siberia negli ultimi anni ha liberato in atmosfera una quantità enorme di anidride carbonica. I terreni prima ghiacciati, sono collassati trasformandosi in fango e scivolando in mare, liberando nel frattempo CO2 e metano, potenti gas a effetto serra. Spegnere questi incendi è quindi importantissimo per salvaguardare il delicato stato di salute della regione siberiana, ma anche per limitare le emissioni e frenare il riscaldamento globale.
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