Inquinamento killer: sarebbe responsabile di 9 milioni di decessi all’anno
Uno studio pubblicato su The Lancet Planetary Health mette in evidenza come l'inquinamento sia la più grande minaccia esistenziale per la salute umana e planetaria
Uno studio pubblicato su The Lancet Planetary Health mette in evidenza come l’inquinamento sia la più grande minaccia esistenziale per la salute umana e planetaria. Secondo i ricercatori, dall’inizio del secolo le morti globali attribuibili all’inquinamento atmosferico sono aumentate di oltre la metà, una crescita esponenziale. Nel 2019 sarebbe stato responsabile di circa 9 milioni di morti in tutto il mondo con il numero di decessi riferiti a quello atmosferico aumentato di circa il 55%: da 2,9 milioni nel 2000 a 4,5 milioni.
“Riteniamo che l’inquinamento rimanga responsabile di circa 9 milioni di decessi all’anno, corrispondenti a un decesso su sei in tutto il mondo. Si sono verificate riduzioni del numero di decessi attribuibili ai tipi di inquinamento associati alla povertà estrema. Tuttavia, queste riduzioni dei decessi dovuti all’inquinamento domestico dell’aria e dell’acqua sono compensate dall’aumento dei decessi attribuibili all’inquinamento dell’aria e all’inquinamento chimico tossico (ad esempio, piombo). Morti dovute a questi moderni fattori di rischio di inquinamento, che sono la conseguenza non intenzionale dell’industrializzazione e dell’urbanizzazione, sono aumentate del 7% dal 2015 e di oltre il 66% dal 2000“.
“Nonostante gli sforzi in corso da parte delle agenzie delle Nazioni Unite, gruppi, individui impegnati e di alcuni governi nazionali, per lo più nei Paesi ad alto reddito, nel complesso si possono identificare pochi progressi reali contro l’inquinamento, in particolare nei Paesi a basso e medio reddito, dove l’inquinamento è più grave. È necessaria un’attenzione urgente per controllare l’inquinamento e prevenire le malattie a questo legate, con particolare attenzione a quello atmosferico, all’avvelenamento da piombo e a quello chimico pericoloso”. Il rapporto rileva che i Paesi con redditi collettivi più bassi spesso sopportano una quota sproporzionata dell’impatto delle morti per inquinamento e invita i governi, le imprese e altre entità ad abbandonare i combustibili fossili e ad adottare fonti di energia pulita.
“Nonostante i suoi enormi impatti sulla salute, sociali ed economici, la prevenzione dell’inquinamento è in gran parte trascurata nell’agenda di sviluppo internazionale. L’attenzione e i finanziamenti sono aumentati solo in minima parte dal 2015, nonostante l’aumento ben documentato della preoccupazione pubblica per l’inquinamento e i suoi effetti sulla salute” queste le parole di Richard Fuller, autore principale dello studio, fondatore e CEO del gruppo ambientale senza scopo di lucro Pure Earth. Nel complesso,circa il 16% dei decessi nel mondo è attribuibile all’inquinamento che ha provocato perdite economiche globali di oltre 4 trilioni di dollari.