La Grande Barriera Corallina australiana è a rischio
Lo stato di degrado è passato da "cattivo" a "molto cattivo"
Dall’ultimo rapporto del governo australiano sullo stato di conservazione della barriera corallina sono emerse notizie allarmanti: lo stato di degrado è passato da “cattivo” a “molto cattivo”. Si tratta della più grande barriera corallina al mondo, con un’estensione di oltre 2.300 km, designata Patrimonio dell’Umanità nel 1981 per la sua enorme importanza scientifica. Il rapporto che il Governo australiano redige ogni 5 anni afferma che innalzamento della temperature, inquinamento, sviluppo costiero e pesca di frodo starebbero mettendo in serio pericolo i coralli. Nel primo rapporto del 2009 gli scienziati affermavano che la barriera corallina era “a un crocevia tra un futuro positivo, ben gestito e uno meno certo”. Il secondo rapporto del 2014 classificava la barriera come “un’icona sotto pressione” e spiegava che sarebbero serviti sforzi per combattere minacce evidenti. La situazione purtroppo non ha fatto altro che peggiorare così nel rapporto di quest’anno si legge che “l’Australia si sta prendendo cura di una barriera corallina cambiata e meno resistente. Sono stati notati eventi di sbiancamento di massa nel 2016 e nel 2017 che hanno spazzato via i coralli e distrutto gli habitat per le altre specie marine.

“Le gravi ripercussioni delle temperature record raggiunte dalla superficie dell’acqua hanno deteriorato lo stato dell’habitat della scogliera da cattivo a molto cattivo. Il riscaldamento climatico si sta aggravando e rappresenta la minaccia più grave per le prospettive della regione sul lungo periodo”. Le autorità del parco marino della grande barriera chiedono con urgenza un’azione mondiale significativa per arginare il riscaldamento climatico, unico modo per rallentare il degrado dell’ecosistema e il valore patrimoniale della barriera. Gli scienziati affermano che il numero di nuovi coralli è crollato dell’89% e che i fenomeni di sbiancamento hanno interessato un tratto di barriera di circa 1.500 km.