La Grande Barriera Corallina rischia un nuovo sbiancamento di massa
Secondo le previsioni della NOAA, entro metà febbraio ampie porzioni della Grande Barriera Corallina australiana potrebbero raggiungere il livello 2 di allerta
La Grande Barriera Corallina entro la fine di gennaio rischia un nuovo sbiancamento di massa, il quarto in soli sette anni. A stabilirlo è una previsione della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) degli Stati Uniti. Secondo gli scienziati, il calore che andrà ad accumularsi nelle parti settentrionali e centrali della barriera corallina sarà abbastanza alto da consentire ai coralli di iniziare a sbiancare entro la terza settimana di gennaio. Nello stesso tempo sperano che un clima favorevole – come nuvole, pioggia o cicloni -, possa ancora raffreddare i coralli e allontanare la minaccia.
Grande Barriera Corallina, meno del 2% è sfuggito allo sbiancamento |
Grande Barriera Corallina, entro metà febbraio si potrebbe arrivare al livello 2 di allerta
Secondo le previsioni della Noaa, fornite tramite il suo servizio Coral Reef Watch, entro la terza settimana di gennaio le sezioni della barriera corallina appena a sud di Airlie Beach fino alla punta di Cape York, per una distanza di circa 1.300 chilometri, saranno probabilmente sbiancate. Entro metà febbraio le previsioni mostrano che vaste aree da Cairns in su sarebbero al livello di allerta 2, il livello più alto di stress termico in cui la mortalità dei coralli è considerata probabile.
Le previsioni del Bureau of Meteorology mostrano anche la formazione di calore sulla barriera corallina. Il dottor David Wachenfeld, capo scienziato presso la Great Barrier Reef Marine Park Authority, ha affermato che le temperature dell’acqua sono attualmente al di sopra della media “quasi ovunque”, con alcune aree più calde di 2 gradi. Afferma inoltre che né le previsioni della NOAA né quelle del Bureau of Meteorology (BoM) sono state in grado di prevedere cicloni utili ad abbassare rapidamente le temperature.
La stagione dei cicloni in Australia va solitamente da novembre ad aprile, con una media di quattro cicloni all’anno per il settore orientale del Paese, compresa la barriera corallina. Secondo il BoM, c’è solo una piccolissima probabilità che l’Australia riceva più cicloni della media durante questa stagione. Le prospettive oceaniche mostrano inoltre un aumento dello stress termico sulla Grande Barriera Corallina fino a gennaio 2022, con una riduzione nel mese di febbraio.
Cinque eventi di sbiancamento di massa dal 1998: i coralli possono riprendersi ma saranno comunque più deboli
La Grande Barriera Corallina ha visto cinque eventi di sbiancamento di massa, vale a dire 1998, 2002, 2016, 2017 e 2020, tutti causati dall’aumento delle temperature oceaniche dovute al riscaldamento globale. Il processo di sbiancamento è dunque una reazione al calore in eccesso che vede i coralli separarsi da un’alga speciale che conferisce loro il colore e gran parte dei loro nutrienti. I coralli possono sopravvivere ad uno sbiancamento meno grave, ma molti studi suggeriscono che saranno comunque più deboli.
Nonostante lo sbiancamento del 2020 sia stato il più diffuso mai registrato, il dottor Wachenfeld ha affermato che il calore non era così intenso come gli eventi precedenti con conseguente basso livello di mortalità dei coralli. L’ultimo rapporto sulle condizioni della barriera corallina dell’Australian Institute of Marine Science ha definito il 2021 come un “anno di basso disturbo“, con un aumento della quantità di coralli. Questo aumento della copertura corallina è stato però dominato da specie a crescita rapida più deboli e inclini allo sbiancamento.
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