Le siccità improvvise in aumento nei prossimi decenni: dove sono previsti i cambiamenti più gravi?
Una nuova ricerca analizza le condizioni che contribuiscono a innescare siccità improvvise e l'impatto dei cambiamenti climatici sulla loro probabilità
La siccità improvvisa, che un tempo era rara e poco diffusa, da ormai vent’anni è un fenomeno allarmante e sempre più all’ordine del giorno. Secondo una ricerca realizzata dalla professoressa Emily Black dell’Università di Reading e pubblicata sulla rivista Advances in Atmospheric Sciences, potrebbe anche diventare più frequente nei prossimi decenni.
Siccità improvvisa, un fenomeno sempre più frequente che intensifica gli incendi e influenza i raccolti
I fenomeni di siccità improvvisa sono difficili da contrastare proprio perché compaiono all’improvviso senza dare il tempo di prendere le contromisure. Quest’anno una siccità improvvisa ha seccato le praterie delle Hawaii, intensificando i devastanti incendi che hanno devastato l’isola di Maui. Nel 2012, al culmine della stagione di crescita del mais, una siccità improvvisa ha colpito gran parte degli Stati Uniti, determinando rendimenti significativamente inferiori.
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La professoressa Black, per analizzare meglio le condizioni che contribuiscono alle siccità improvvise, ha utilizzato dati meteorologici e modelli climatici. Inoltre, gli stessi dati utilizzati, aiutano a capire l’impatto che la crisi climatica avrà sulla loro probabilità.
Quali sono i fattori che innescano questi fenomeni improvvisi e quale sarà l’impatto dei cambiamenti climatici sulla loro probabilità?
La professoressa Black ha dunque scoperto che questo fenomeno è solitamente causato da umidità relativa e precipitazioni anormalmente basse. Dai dati emerge anche una curiosità: non sono le ondate di caldo a innescare le siccità improvvise, ma queste ultime possono dare il via a ondate di caldo.
Dalla ricerca scaturisce inoltre che i cambiamenti climatici legati al riscaldamento globale aumenteranno la probabilità di siccità improvvise nei prossimi decenni. Si prevede che i cambiamenti più gravi si verificheranno in Europa, negli Stati Uniti continentali, nel Brasile orientale e nell’Africa meridionale.
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