Salute del pianeta

Per la fauna selvatica è in atto una perdita catastrofica: -73% in 50 anni. I dati WWF

Il fatto che le popolazioni di animali selvatici siano in così drastico calo è "un pericoloso indicatore precoce del rischio di estinzione e della perdita di ecosistemi sani.

Secondo un nuovo bilancio della fauna selvatica mondiale stilato dal WWF moltissime specie stanno subendo una perdita “catastrofica”.
Il Living Planet Report è una panoramica completa sullo stato del mondo naturale e dai dati è emerso come le popolazioni di animali selvatici a livello globale si siano ridotte in media del 73% negli ultimi 50 anni.
Questo calo catastrofico del 73% riguarda le dimensioni medie delle popolazioni di fauna selvatica monitorate. Siamo davanti all’ennesimo punto di non ritorno e, secondo quanto riporta il WWF, “nei prossimi cinque anni sarà necessario un enorme sforzo collettivo per affrontare la duplice crisi del clima e della natura”.

Il fatto che le popolazioni di animali selvatici siano in così drastico calo è “un pericoloso indicatore precoce del rischio di estinzione e della perdita di ecosistemi sani. Il tutto potrebbe determinare un effetto domino catastrofico: se gli ecosistemi vengono danneggiati, cessano di fornire all’umanità i benefici da cui dipendiamo – aria pulita, acqua e terreni sani per il cibo – e possono diventare più vulnerabili ai punti di svolta. Un punto di ribaltamento si verifica quando un ecosistema viene spinto oltre una soglia critica, provocando un cambiamento sostanziale e potenzialmente irreversibile”. I cali più consistenti nelle popolazioni di fauna selvatica monitorate sono stati registrati in America Latina e Caraibi (-95%), Africa (-76%) e Asia-Pacifico (-60%)

Kirsten Schuijt, direttore generale del WWF, ha dichiarato: “La natura sta lanciando una richiesta di soccorso. Le crisi collegate della perdita di natura e del cambiamento climatico stanno spingendo la fauna selvatica e gli ecosistemi oltre i loro limiti, con pericolosi punti di svolta globali che minacciano di danneggiare i sistemi di supporto alla vita della Terra e di destabilizzare le società. Le conseguenze catastrofiche della perdita di alcuni dei nostri ecosistemi più preziosi, come la foresta amazzonica e le barriere coralline, sarebbero avvertite dalle persone e dalla natura di tutto il mondo”.

Quali sono le specie più a rischio? Secondo il report “si è verificato un declino del 57% tra il 1990 e il 2018 a Milman Island nella Grande Barriera Corallina in Australia nel numero di femmine di tartarughe embricate che nidificano. Drastico calo del 65% anche per i delfini di fiume rosa dell’Amazzonia e del 75% dei tucuxi più piccoli tra il 1994 e il 2016 nella riserva di Mamirauá in Amazonas, Brasile”.

La perdita di spazi selvatici sta “mettendo molti ecosistemi sull’orlo del baratro”, ha dichiarato nel comunicato stampa Tanya Steele, responsabile del WWF UK, e molti habitat, dall’Amazzonia alle barriere coralline, sono “sull’orlo di pericolosissimi punti di rottura”.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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