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Riscaldamento globale, con +1,5°C specie chiave a rischio. WWF: «Agire ora»

Un report del WWF illustra il futuro di dodici specie chiave in tutto il mondo se il riscaldamento del pianeta dovesse avanzare ancora

Il riscaldamento globale sta mettendo a dura prova gli ecosistemi in tutto il mondo. Secondo un nuovo report del WWF, se il pianeta dovesse surriscaldarsi oltre gli 1.5°C rispetto ai livelli preindustriali molte specie chiave dovranno affrontare problemi crescenti nel trovare cibo o sopravvivere.

Raddoppia la possibilità di raggiungere +1.5°C nei prossimi 5 anni

Riscaldamento globale e sopravvivenza, l’analisi del WWF su dodici specie chiave in tutto il mondo

Se non dovessimo riuscire a mantenere la temperatura media globale entro gli 1.5°C, molte specie chiave in tutto il mondo perderebbero habitat e sicurezza alimentare. Per esempio, i pinguini perderanno i loro banchi di ghiaccio antartici, le pulcinelle di mare intorno alla costa del Regno Unito non saranno in grado di nutrire i loro piccoli e la scimmia scoiattolo dalla testa nera dell’Amazzonia potrebbe essere spazzata via. Il rapporto del WWF ha scoperto inoltre che nel Regno Unito gli effetti del riscaldamento globale, che ha già raggiunto più di 1°C rispetto ai livelli preindustriali, potrebbero già essere evidenti. Per esempio, le lepri di montagna nelle Highlands scozzesi coltivano camici bianchi per mimetizzarsi in inverno, ma la neve si sta sciogliendo prima che i loro mantelli siano tornati marroni, lasciandoli così esposti ai predatori.

Riscaldamento globale, «equatore già troppo caldo per la sopravvivenza di alcune specie»

Il rapporto ha rivelato che il riscaldamento di 0,5°C al di sopra dei livelli attuali, nonostante possa sembrare minimo, creerebbe effetti dannosi per un’ampia varietà di specie, tra cui leopardi delle nevi, ippopotami, scimmie e rane, tartarughe marine e coralli. Prendendo ad esempio la scimmia scoiattolo testa nera dell’Amazzonia, che vive in una pianura alluvionale, il WWF ha spiegato che anche un singolo evento di inondazione – di quelli considerati molto frequenti a 1.5°C -, rischierebbe di neutralizzare l’intera popolazione.

«Se non agiamo ora scivoleremo sempre più velocemente verso la catastrofe»

Mike Barrett, direttore esecutivo della scienza e della conservazione del WWF, ha affermato che la crisi climatica si è aggiunta a un’enorme perdita di fauna selvatica: «La natura è il nostro sistema di supporto vitale e la sua continua distruzione non sta solo devastando la fauna selvatica e le comunità locali, ma sta creando un pianeta più caldo e meno stabile, mettendo a rischio la nostra stessa sopravvivenza», ha affermato. «Questa non è una minaccia lontana: gli impatti del cambiamento climatico si fanno già sentire e se non agiamo ora per mantenere il riscaldamento globale a 1,5°C scivoleremo sempre più velocemente verso la catastrofe».

Clima, con impegni attuali riscaldamento globale a +2,4°C entro la fine del secolo

Il WWF ha anche sottolineato che sarebbe essenziale proteggere gli habitat vitali per fermare il riscaldamento del pianeta. Più i paesaggi sono privi di vegetazione e delle loro complesse ecologie, più velocemente è probabile che la crisi climatica prenda piede. Il rapporto – specifica il WWF – mostra perché i governi devono necessariamente innalzare i loro obiettivi in materia di neutralità climatica prima della Cop26, che si terrà a Glasgow a novembre. «I leader mondiali devono cogliere l’opportunità di Cop26 per costruire un futuro più verde e più equo, con la natura al centro», afferma Tanya Steele, amministratore delegato del WWF.

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Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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