Siamo sull’orlo della sesta estinzione di massa: lo studio
Oggi il ritmo di estinzione delle specie è centinaia di volte più veloce dei ritmi che hanno caratterizzato la vita negli ultimi milioni di anni
Siamo sull’orlo della sesta estinzione di massa del Pianeta Terra. Lo sostiene un’articolo pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas) in cui è stato analizzato lo stato di salute di decine di migliaia di specie di animali vertebrati.
Nell’arco dell’ultimo secolo è andato perso un numero incredibile di popolazioni animali, dimostrando come la sesta estinzione, ormai in atto, sia esacerbata e accelerata proprio dall’uomo. La popolazione umana, infatti, cresce esponenzialmente e così il consumo di materie prime e risorse naturali. Nei prossimi anni le specie rischiano di scomparire una ad una, per un effetto domino che si ripercuote da una specie a quelle con cui ha sempre interagito. La perdita di una popolazione, ossia un gruppo di esemplari della stessa specie diffusi in una specifica area geografica, infatti mette a rischio tutta la biodiversità a livello regionale.
La biodiversità che conosciamo oggi potrebbe scomparire
Nei 4.5 miliardi di anni di storia del nostro Pianeta, la vita non è mai stata così ricca e varia come quella di oggi. E nonostante ci siano state già 5 estinzioni di massa negli ultimi 450 milioni di anni, che hanno distrutto tra il 70 e il 95 per cento delle specie vegetali e animali, la vita ha sempre trovato il modo di tornare più forte e ricca di prima. Ci sono voluti milioni di anni, ogni volta, perché il numero di specie tornasse ad essere come prima. Questi episodi di rottura nella storia recente della Terra sono stati innescati da improvvise e catastrofiche alterazioni delle condizioni ambientali, come eruzioni vulcaniche, asteroidi o dall’esaurimento dell’ossigeno negli oceani.
Ma quello che sta ora solo iniziando è molto diverso. Sebbene delle specie finora esistite, oggi solo il 2% sia ancora presente, il numero di specie non è mai stato così alto. In questo panorama, in questo ricco ecosistema, l’uomo si è evoluto. Ma ora quell’equilibrio, così delicato e che permette a specie vegetali e animali di sopravvivere, sta per essere distrutto dall’uomo. Secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite circa un quarto delle specie sono a rischio estinzione nei prossimi decenni.
Sono centinaia le specie a rischio estinzione
Nello studio sono state esaminate le condizioni di salute di oltre 29 mila specie vertebrate. Ci sono 515 specie a rischio estinzione, ossia con meno di 1000 esemplari. Tra queste, il 47% è continentale e il 53% insulare. La maggior parte delle specie a rischio (30%) vive in Sud America, il 21% vive in Oceania, un altro 21% in Asia, il 16% in Africa, l’11% nel Nord e centro America e l’1% in Europa.
Circa il 94% delle popolazioni di 77 specie di mammiferi e uccelli è scomparso nell’ultimo secolo. Se assumiamo che tutte le specie a rischio seguano la stessa tendenza, significherebbe che dal 1900 ad oggi sono scomparse più di 237 mila popolazioni.
La crisi legata all’estinzione delle specie insieme alla crisi climatica – a cui tra l’altro è connessa – costituiscono una seria minaccia per la sopravvivenza della nostra civiltà. Le conseguenze di una estinzione di massa sulla nostra vita quotidiana e sulla nostra salute sono ancora da esplorare, ma bisogna intervenire subito per fermarla. Un primo passo sarebbe proteggere tutte le specie con meno di 5000 esemplari e rafforzare gli impegni per la conservazione delle specie, non solo a livello nazionale, ma globale.
Il processo di estinzione locale sta infatti accelerando: oggi il ritmo di estinzione delle specie è centinaia di volte più veloce dei ritmi “normali” che hanno caratterizzato la vita negli ultimi milioni di anni. In molti casi, infatti, le specie a rischio estinzione convivono insieme ad altre specie a rischio, e la scomparsa di una di queste farebbe “collassare” la biodiversità regionale, spingendo verso l’estinzione le specie con cui conviveva. Insomma, l’estinzione alimenta l’estinzione. Una reazione a catena devastante. A questa dinamica bisogna aggiungere l’effetto delle attività umane, uno stress crescente sulla biosfera. Per questo è fondamentale che oggi è urgente più che mai la necessità di agire in modo collettivo e globale per cercare di salvare le specie a rischio.