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Nei prossimi decenni circa 600 milioni di persone potrebbero essere esposte a lunghe ondate di caldo fino a 56 gradi

È sempre più evidente l’urgenza di agire subito e con decisione per contrastare i cambiamenti climatici, i cui effetti si stanno ormai facendo vedere in tutto il mondo anche se con una violenza che non è uguale per tutti.

Esistono infatti delle aree identificate come hot spot dei cambiamenti climatici, ovvero zone del pianeta in cui il riscaldamento globale risulta più evidente che in altre. Tra queste c’è anche l’Italia, come tutta l’area del Mediterraneo.

Svelati i meccanismi che rendono il Mediterraneo una zona critica dei cambiamenti climatici

Tra gli hot spot dei cambiamenti climatici ci sono anche il Medio Oriente e il Nord Africa, aree che per loro natura sono già particolarmente calde e in cui le temperature estive stanno aumentando molto più velocemente rispetto a quanto si registra nel resto del mondo. E la situazione è destinata a peggiorare, al punto che se non cambiamo rotta le popolazioni di queste regioni saranno minacciate da condizioni estremamente pericolose per la loro salute e per la loro stessa sopravvivenza.

Il monito arriva da uno studio internazionale pubblicato su Nature Climate Change con il contributo della Fondazione CMCC, che avverte: «ignorare i segnali dei cambiamenti climatici e una mancata azione nel ridurre le emissioni di gas serra porterà a ondate di calore estreme e pericolose per la vita nella regione, con gravi impatti sulla popolazione della zona».

Gli scienziati del Climate and Atmosphere Research Center (CARE-C) del The Cyprus Institute e del Max Planck Institute for Chemistry, con il contributo di ricercatori della Fondazione CMCC e di altri istituti di ricerca, hanno valutato le caratteristiche delle future ondate di calore nell’area. I risultati mostrano che se l’andamento dei cambiamenti climatici non cambierà in tempo, Medio Oriente e Nord Africa vivranno ondate di caldo estreme, senza precedenti, della durata anche di diverse settimane e con temperature che potranno arrivare ai 56 gradi negli ambienti urbani.

A rischio la vita di esseri umani, ma anche quella degli animali più tolleranti al caldo come i cammelli. Condizioni così estreme potranno diventare ricorrenti, ogni anno, specialmente dalla seconda metà di questo secolo, influenzando la salute, l’agricoltura e la biodiversità. Tantissime le persone coinvolte: circa 600 milioni.

Come spiega la Fondazione CMCC, «il team di ricerca ha utilizzato un multi-model ensemble di proiezioni climatiche, ovvero un insieme di scenari climatici prodotti da modelli con caratteristiche similari ma indipendenti tra loro, primo nel suo genere per quest’area geografica. I ricercatori hanno esaminato le proiezioni in termini di future ondate di calore e le hanno classificate secondo lo Heat Wave Magnitude Index, indice che ha permesso di quantificare l’intensità dei singoli eventi, considerando sia la loro durata che l’anomalia di temperatura».

Studi così dettagliati sul futuro delle ondate di calore in questa regione mancavano. «La comunità scientifica che si occupa di modellistica climatica regionale è concentrata principalmente in Europa e Nord America. C’è ancora poco interesse e ci sono pochi finanziamenti per studiare gli impatti dei cambiamenti climatici nella regione del Mediterraneo e del Nord Africa», spiega Paola Mercogliano, direttrice della divisione Regional Models and geo-Hydrological Impacts alla Fondazione CMCC. «Avere uno studio così importante e dettagliato su quest’area, ancora povera di dati e conoscenze scientifiche sui cambiamenti climatici, è per noi un grande successo. Al CMCC, crediamo nell’importanza di far progredire la ricerca scientifica nella regione del Mediterraneo, che è altamente vulnerabile agli impatti dei cambiamenti climatici, e stiamo investendo forze e risorse per fornire a questi paesi i dati per conoscere meglio le caratteristiche del loro clima futuro, con l’intento di supportarli nelle azioni».

Lo scenario che si delinea nello studio è drammatico, ma i ricercatori sottolineano che possiamo ancora intervenire.

Per evitare di raggiungere tale intensità nelle ondate di calore della regione, gli autori raccomandano misure immediate ed efficaci di mitigazione dei cambiamenti climatici. Si prevede che nei prossimi 50 anni quasi il 90% della popolazione esposta nella regione considerata vivrà in centri urbani, che dovranno essere pronti a far fronte a queste condizioni estreme.

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Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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