L’Europa si scalda a una velocità più che doppia rispetto al resto del mondo
Negli ultimi 30 anni le temperature in Europa sono aumentate più del doppio rispetto alla media globale, il valore più alto di tutti i continenti del mondo. E nonostante le conseguenze che stiamo già vivendo non facciamo ancora abbastanza per contrastare la crisi climatica
I cambiamenti climatici in Europa corrono molto più velocemente che nel resto del mondo.
A pochi giorni dalla COP27 – la Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite che si aprirà domenica 6 novembre a Sharm el-Sheikh – l’allarme arriva dal rapporto sullo Stato del Clima in Europa.
Il report è stato realizzato dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale insieme al Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service – C3S) dell’Unione Europea. Analizzando i dati registrati fino al 2021, gli scienziati ci forniscono informazioni chiave su come i cambiamenti climatici stiano colpendo l’Europa tra temperature in aumento, ondate di calore terrestri e marine, condizioni climatiche estreme, modelli delle precipitazioni sempre più mutevoli e una progressiva fusione di ghiacci e neve.
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Cambiamenti climatici in Europa, cosa sta succedendo
Negli ultimi 30 anni le temperature in Europa sono aumentate più del doppio rispetto alla media globale, il valore più alto di tutti i continenti del mondo.
Il rapporto redatto dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale sottolinea che, se la tendenza al surriscaldamento dovesse proseguire, il caldo eccezionale, gli incendi, le alluvioni e altre conseguenze del cambiamento climatico eserciteranno un impatto sulla società, sull’economia e sugli ecosistemi.
Tra il 1991 e il 2001 le temperature in Europa sono aumentate a una media di circa mezzo grado al decennio. Il riscaldamento del continente è accompagnato tra le altre cose da una preoccupante fusione dei ghiacciai alpini, che hanno perso 30 metri di spessore dal 1997 al 2021. Si sta sciogliendo anche la calotta glaciale della Groenlandia, che contribuisce ad accelerare l’innalzamento del livello del mare. Nell’estate del 2021, la Groenlandia ha registrato un alto tasso di fusione dei ghiacci e, per la prima volta in assoluto, un episodio di precipitazioni sotto forma di pioggia nel suo punto più alto, presso la stazione Summit.
Solo nel 2021 gli eventi meteorologici e climatici ad alto impatto hanno causato centinaia di vittime, colpendo direttamente più di mezzo milione di persone e provocando danni economici superiori a 50 miliardi di dollari. Circa l’84% di questi eventi si riferisce a inondazioni o tempeste.
Cambiamenti climatici in Europa, cosa ci aspetta
Secondo il Sesto Rapporto di Valutazione redatto dall’IPCC, il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Working Group I, IPCC AR6 WGI), i disastri meteorologici, climatici e idrologici sono destinati ad aumentare in futuro.
È urgente agire subito e in modo concreto per ridurre i danni, ma indipendentemente dai livelli futuri di surriscaldamento globale le temperature sono destinate ad aumentare ancora in tutte le regioni europee, a un tasso superiore alle variazioni della temperatura media globale. Anche la frequenza e l’intensità di temperature estreme continueranno ad aumentare, indipendentemente dal livello delle emissioni di gas serra.
L’impatto dei cambiamenti climatici è già evidente in Europa, ed è destinato ad aggravarsi in futuro. Tra gli aspetti della nostra vita che saranno influenzati dal riscaldamento globale c’è la salute – con rischi legati al caldo e ai fenomeni estremi, ma anche all’aumento di malattie trasmesse dagli animali, dal cibo e dall’acqua. Il cambiamento climatico è legato, tra le altre cose, anche a un aumento dei problemi di salute mentale e dei disturbi allergici relativi al polline. A rischio anche i trasporti: gran parte delle infrastrutture non è in grado di resistere agli eventi estremi attuali, avvertono gli scienziati, e l’estremizzazione dei fenomeni meteorologici rappresenterà una minaccia sempre più grande in futuro.
Ci sono anche notizie positive
Il rapporto non elenca solo cattive notizie. Alcuni Paesi europei hanno ottenuto ottimi risultati nella riduzione delle emissioni di gas serra, che sono diminuite in Unione Europea (UE) del 31% tra il 1990 e il 2020, ed è stato fissato un obiettivo di riduzione netta del 55% per il 2030.
Inoltre, l’Europa è tra le regioni più avanzate nella cooperazione transfrontaliera in materia di adattamento ai cambiamenti climatici, in particolar modo per quel che concerne i bacini fluviali transnazionali. È tra i leader mondiali nell’offerta di sistemi d’allarme rapidi ed efficaci a protezione di circa il 75% dei suoi abitanti, e si stima che i piani d’azione messi in atto contro il calore abbiano salvato molte vite dal caldo estremo.
Ma dovremmo fare di più
Nel 2021 l’Unione Europea si è dotata di una legge sul clima che ha reso la neutralità climatica e l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050 giuridicamente vincolanti in tutta l’UE, fissando come obiettivo intermedio la riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030.
«L’Europa mostra le immagini in diretta di un mondo che si sta surriscaldando e ci ricorda che neanche le società più preparate sono al sicuro dall’impatto che possono avere gli eventi meteorologici estremi», commenta il Professor Petteri Taalas, Segretario Generale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale. «Per quanto riguarda le azioni di mitigazione dei cambiamenti climatici (ovvero le azioni volte a contrastarli, soprattutto riducendo le emissioni, ndr), è necessario proseguire con un buon ritmo in ottica di riduzione delle emissioni di gas serra nel continente e si dovrebbe puntare ancora più in alto. L’Europa può svolgere un ruolo chiave nel raggiungimento di una società a zero emissioni di carbonio entro la metà del secolo e nel rispetto dell’Accordo di Parigi».
Climate Action Tracker, che monitora l’azione climatica di tutti i Paesi del mondo, avverte che nel complesso l’Unione Europea non sta facendo abbastanza per centrare gli obiettivi posti dall’Accordo di Parigi. Attualmente, avvertono gli esperti, le politiche, la finanza e gli obiettivi climatici dell’Unione Europea «sono insufficienti» e «necessitano di miglioramenti sostanziali per essere coerenti con il limite di temperatura di 1,5°C dell’accordo di Parigi».
L’Europa e il mondo hanno davanti due settimane chiave, con la COP27 che riunirà in Egitto i leader globali per affrontare i cambiamenti climatici e fare passi avanti concreti su tutta una serie di tematiche chiave, dalle emissioni all’adattamento, passando anche per le questioni spinosissime della finanza climatica e del cosiddetto Loss and Damage. La Conferenza sul Clima quest’anno si svolge in un momento estremamente difficile sotto diversi punti di vista, con tensioni geopolitiche che minacciano la cooperazione internazionale e una crisi energetica che rischia di farci fare drammatici passi indietro su punti fondamentali come l’abbandono del carbone. Sarà fondamentale che i diplomatici e i leader che si impegneranno nei negoziati a Sharm el-Sheikh tengano bene a mente le misure e gli obiettivi che secondo gli scienziati dovremo necessariamente raggiungere per evitare le conseguenze più catastrofiche della crisi climatica.
Il rapporto sullo Stato del Clima in Europa è disponibile, in inglese, a questo link.
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