Anche i concerti all’aperto devono adattarsi alla crisi climatica
Ondate di calore, tempeste, grandinate: gli eventi estremi legati ai cambiamenti climatici sono un pericolo sempre più serio anche per i concerti all'aperto
Sono sempre più frequenti le occasioni in cui fenomeni estremi legati alla crisi climatica impattano sui concerti all’aperto, a volte anche con conseguenze tragiche.
Tra i casi più drammatici, molti ricorderanno il concerto di Taylor Swift a Rio de Janeiro, durante il quale una ragazza di 23 anni ha perso i sensi a causa del caldo estremo per poi morire, pochissime ore dopo, per “esaurimento da calore“. Era novembre, e il Brasile stava vivendo una primavera record.
A Taylor Swift fan — who died after attending the singer’s Brazil concert back in November — died of heat exhaustion, a forensics report shows. https://t.co/2dHWeQ1BHZ pic.twitter.com/DFcYopR4MP
— ABC News (@ABC) December 27, 2023
Questo episodio ha attirato l’attenzione internazionale per la sua tragicità e per la fama della star coinvolta, ma non rappresenta un caso isolato. Per esempio, solo l’estate scorsa 17 persone sono state ricoverate per malesseri legati al calore durante un concerto di Ed Sheeran in Pennsylvania, i Muse hanno cambiato l’orario di una loro esibizione a Roma per il gran caldo previsto, e in Colorado 100 persone sono state ferite della grandine a un concerto di Louis Tomlinson.
L’impatto dei cambiamenti climatici sulle nostre attività e sulle nostre vite è sempre più evidente, e non fanno eccezione i concerti all’aperto. Un settore che – come purtroppo avviene nella maggior parte dei casi – è tutt’altro che preparato per far fronte alla crisi climatica.
Se da una parte dobbiamo fare tutto il possibile per limitare l’aumento delle temperature medie globali, dall’altra è sempre più urgente adattarsi agli effetti ormai inevitabili del riscaldamento globale provocato dalle attività umane.
Diverse le misure che si possono adottare per rendere più sicuri i concerti all’aperto: le più importanti sono quelle relative alla capacità di rispondere in tempi rapidi a eventi improvvisi, come violenti temporali estivi che è difficile prevedere con precisione e largo anticipo. Il Mishawaka Amphitheater in Colorado, ad esempio, ha un piano di emergenza che include autobus scolastici per fornire rifugio agli spettatori. Il Daytona International Speedway in Florida, invece, è stato ricostruito per ospitare 100 mila persone al coperto dopo aver dovuto affrontare un tornado nel 2014.
Ma la risposta alla crisi climatica non può e non deve essere affidata all’iniziativa delle singole strutture, che sono anche poco incentivate a cancellare o rinviare eventi nonostante l’esistenza di rischi. È sempre più urgente che gli standard di sicurezza vengano applicati in modo coerente, e che si definiscano obblighi chiari, come quello di cancellare eventi se sono previsti livelli di calore insostenibili o ci sono tempeste troppo vicine.