COP29 al via lunedì a Baku: la finanza al centro dei negoziati sul clima, ecco tutti i punti chiave
COP29, la 29esima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, si terrà quest’anno a Baku, in Azerbaigian, dall’11 al 22 novembre. Il vertice vedrà riunirsi per due settimane leader e delegazioni provenienti da tutto il mondo per parlare della crisi climatica, di come contrastarla e di come affrontarne gli effetti, ormai sempre più intensi.
Tanti i temi in agenda, dunque, e tutti importantissimi per il nostro futuro. Il vertice di quest’anno si profila però come “la COP della finanza climatica”, e a Baku sarà davvero molto importante raggiungere un accordo su quante risorse destinare ogni anno ai Paesi in via di sviluppo per aiutarli ad affrontare i cambiamenti climatici.
Finanza climatica al centro di COP29: serve stabilire un nuovo obiettivo
La questione più urgente da affrontare alla COP29 è quella del nuovo obiettivo collettivo quantificato di finanza climatica: ne sentiremo parlare come NCQG, che sta per New Collective Quantified Goal. L’obiettivo indica la quantità di soldi che dovranno essere stanziati ogni anno dalle nazioni più ricche in sostegno di quelle meno sviluppate, ma spesso più vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici. Il nuovo target dovrà sostituire quello di 100 miliardi di dollari all’anno che era stato stabilito nel 2015 e avrebbe dovuto essere raggiunto entro 2020, ma ci si è arrivati solo con due anni di ritardo.
Le discussioni su quello che dovrà essere il nuovo obiettivo sono state finora molto lente e difficili, con i Paesi più ricchi che si oppongono alle richieste di quelli in via di sviluppo, secondo cui serve stanziare cifre molto alte. Gli studi svolti finora per quantificare le finanze necessarie ad affrontare i costi della crisi climatica danno decisamente ragione a loro: secondo le stime, infatti, i 100 miliardi di dollari che si sono raggiunti con tanta fatica sono ben lontani dall’essere sufficienti, e sui tavoli di COP29 si dovrà passare a parlare di diverse migliaia di miliardi. L’obiettivo dovrà essere quello di creare un sistema finanziario più solido, che non si basi solo su fondi pubblici ma stimoli anche l’afflusso di capitale privato.
Fondo per le perdite e danni
Nell’orbita della finanza climatica rientra anche il Fondo per le perdite e danni (Loss and Damage Fund), istituito per sostenere le comunità e i Paesi maggiormente colpiti dalla crisi climatica. Il fondo è stato istituito alla COP27 ospitata dall’Egitto a Sharm el-Sheikh, e negli ultimi due anni si è lavorato per renderlo operativo: adesso dovremmo finalmente esserci.
La partecipazione è volontaria e finora sono stati mobilitati circa 660 milioni di dollari da parte dei Paesi più ricchi. Anche qui, purtroppo, le cifre necessarie a dare un sostegno concreto alle comunità più colpite dai cambiamenti climatici sono molto più elevate.
L’abbandono dei combustibili fossili
Tra i temi chiave della COP29 ci sarà naturalmente anche quello del contrasto alla crisi climatica, che deve avvenire con la riduzione delle emissioni climalteranti.
Se non ci sono dubbi sull’urgenza di abbandonare il prima possibile i combustibili fossili, però, il loro utilizzo non si ferma e, anzi, continuano a essere autorizzati e finanziati nuovi progetti per estrarre petrolio e gas in tutto il mondo.
Dopo che la conferenza dello scorso anno si è chiusa con la promessa, da parte dei Paesi, di “allontanarsi” dai combustibili fossili, alla COP29 non si prevede purtroppo che arrivino impegni più ambiziosi, né stringenti. Si discuterà tuttavia dell’obiettivo di accelerare sull’energia rinnovabile e l’efficienza energetica, pilastri fondamentali della mitigazione dei cambiamenti climatici.
Fondamentali passi avanti per l’adattamento
Lo scorso anno è stato concordato un quadro di riferimento per i piani di adattamento nazionali, volto ad aiutare le popolazioni ad affrontare fenomeni come l’aumento delle temperature e l’innalzamento del livello del mare, le precipitazioni estreme e la siccità. Tuttavia, il piano manca ancora di dettagli concreti e obiettivi misurabili. Durante COP29, i Paesi discuteranno la definizione di obiettivi più specifici per il progresso dell’adattamento.
Regolamentazione del mercato del carbonio
Un altro tema caldo sarà la definizione delle regole per il mercato dei crediti di carbonio, emessi per attività di conservazione di foreste e altre risorse naturali che fungono da “serbatoi di carbonio”. L’obiettivo è garantire la trasparenza e l’integrità ambientale dei progetti registrati nel Meccanismo di Credito dell’Accordo di Parigi (PACM), ma sono ancora chiarire questioni chiave come la verifica e la revoca dei crediti.
Trasparenza e rapporti di azione climatica
La presidenza di COP29, guidata quest’anno dall’Azerbaigian, auspica che i Paesi presentino i loro primi Rapporti Biennali di Trasparenza (BTR) entro la fine del summit. Questi rapporti serviranno a monitorare i progressi verso gli obiettivi climatici e a pianificare nuove ambizioni entro febbraio. Le informazioni contenute nei BTR saranno cruciali anche per stimare le esigenze di finanziamento dei Paesi in via di sviluppo per la transizione energetica e l’adattamento climatico.
COP29 rappresenta insomma un appuntamento cruciale per affrontare in modo più ambizioso e concreto la crisi climatica, i cui effetti sono già evidenti e spesso letali per migliaia di persone ogni anno. La strada tuttavia si profila in salita, soprattutto alla luce della recente rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca: la prospettiva di un minore impegno degli Stati Uniti nella lotta alla crisi climatica rischia di frenare l’ambizione di cui abbiamo bisogno.