Le ondate di calore eccezionale adesso arrivano prima e durano di più
Sono stati esattamente 1400 i record di temperatura massima registrati tra i 5 continenti nella settimana del solstizio d’estate, a dimostrazione che il cambiamento climatico indotto dall’uomo stia rendendo sempre più normali e frequenti temperature estreme
Secondo i dati forniti al Washington Post dall’organizzazione no-profit Climate Central, per circa l’80 % della popolazione mondiale – ovvero 6.5 miliardi di persone – il caldo della settimana dal 15 al 21 giugno è stato reso due volte più probabile a causa delle attività antropiche e dunque della combustione dei combustibili fossili e al conseguente rilascio dei gas serra climalteranti nell’atmosfera.
Quasi la metà ha sperimentato quello che Climate Central considera “caldo eccezionale”, ovvero condizioni che sarebbero state rare o addirittura impossibili in un mondo senza cambiamenti climatici.
Anche se non tutte le temperature registrate nel mondo durante questa settimana sono state senza precedenti, sono state comunque la prova di come il clima si sia modificato al punto da rendere più probabile l’arrivo precoce e prolungato nel tempo del caldo eccezionale.
“Ciò che risalta è il numero di ondate di calore che si sono verificate simultaneamente”, ha dichiarato Andrew Pershing, direttore del dipartimento di scienze climatiche dell’organizzazione.
In una settimana oltre 1000 nuovi record di temperatura in tutto il mondo
Per tutta la settimana si sono registrate condizioni “eccezionali” in gran parte dell’Africa, del Medio Oriente, dell’America centro-settentrionale, dell’Europa meridionale e del Sud-Est asiatico. Un esempio tra tutti, il Messico, che ha registrato il giorno più caldo della storia con ben 51,7 °C raggiunti nel Deserto di Sonoran.
L’aumento della domanda di aria condizionata ha paralizzato le reti elettriche in Albania e Kuwait. Secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration, nell’ultima settimana sono caduti più di 1.400 record di temperatura elevata in tutto il mondo.
Dall’inizio dell’era industriale, le attività umane – soprattutto la combustione di combustibili fossili – hanno riscaldato il Pianeta di circa 1,2 °C. La temperatura della Terra negli ultimi 12 mesi è stata ancora più calda, con una media di circa 1,5 °C al di sopra dei livelli preindustriali.
Per valutare come il riscaldamento aumenti la probabilità di un determinato evento di calore, Climate Central utilizza diversi modelli climatici globali per calcolare la frequenza con cui quella temperatura si sarebbe verificata nel clima preindustriale e la frequenza con cui viene raggiunta oggi. La tecnica, che è stata sottoposta a revisione paritaria e pubblicata su una rivista accademica, sottolinea come il Global Warming abbia aumentato la possibilità di temperature al limite della sopportazione da parte delle persone.
Giovedì 20 giugno, giorno del solstizio d’estate per l’emisfero boreale, la colonnina di mercurio ad Hartford, nel Connecticut, ha raggiunto i 36,6 °C, la temperatura più alta mai registrata per quel giorno. L’analisi di Climate Central ha rilevato che queste condizioni sono due volte più probabili con gli attuali livelli di riscaldamento globale – e si verificheranno sempre più spesso con il continuo surriscaldamento planetario.
Secondo lo scienziato Michael Wehner, ricercatore presso la Lawrence Berkeley National Laboratory, in California, le ondate di calore come quella in corso negli Stati Uniti sono ora più “calde” di circa 2-3 °C a causa dei gas climalteranti immessi in atmosfera dall’uomo. I forti uragani sono almeno il 14 % più umidi perché l’atmosfera più calda può contenere più umidità. E le tempeste si stanno sviluppando in oceani che in alcuni punti sono più alti di mezzo metro rispetto a mezzo secolo fa, consentendo alle acque alluvionali di raggiungere altezze mai viste prima.
“Avevamo previsto, almeno negli ultimi due decenni, che il clima estremo sarebbe diventato ancora più pericoloso con il surriscaldamento antropico”, ha detto Wehner. “E oggi tutto questo non è una sorpresa”.
Il caldo di inizio estate potrebbe far pensare ad altri record globali
Secondo gli scienziati del clima, il caldo estremo osservato negli ultimi giorni a livello globale era abbastanza prevedibile dopo un forte evento di El Niño sviluppatosi quest’inverno e dissipatosi all’inizio del mese in corso. La stessa cosa era accaduta nel 2016, inizialmente considerato l’anno più caldo mai registrato almeno dal 1850, fino a quando non ci ha pensato il 2023 a infrangere i record di otto anni fa.
El Nino è finito, passando ora ad una fase neutrale: La Nina arriverà nel corso dell’estate. Fonte: NASAQuesta volta però, a pesare negativamente sull’entità del riscaldamento indotto da un fenomeno naturale e ciclico come El Nino, sono stati certamente 8 anni in più di emissioni di gas serra che hanno riscaldato ancora di più il Pianeta, spingendolo verso un territorio inesplorato. Tutto ciò nonostante il fatto che quest’ultimo El Niño non sia stato “della stessa portata” di quello del 2015-2016.
Dunque, gli impatti di El Nino 2023-2024 sono stati amplificati dalle condizioni di fondo già molto calde: quello che era stato un intenso El Niño è diventato un El Niño estremo, di conseguenza anche i suoi effetti in giro per il Pianeta.
El Niño, durante il quale le acque insolitamente calde del Pacifico salgono in superficie e trasferiscono grandi quantità di calore nell’atmosfera, ha impronte digitali in tutto il mondo, tra cui il calore nell’Asia meridionale e orientale e le forti piogge nell’Africa orientale. Queste impronte sono state particolarmente pronunciate non perché questo modello di El Niño fosse eccessivamente forte, ma perché si è sviluppato in un mondo in cui le emissioni di gas serra continuano ad aumentare.
Gli scienziati si aspettavano che questa estate sarebbe stata un po’ più fresca di quella del 2023, che è stata la più calda nell’emisfero settentrionale in almeno 2.000 anni.
Al contrario, con l’estate 2024 appena iniziata, vi sono segnali inquietanti che indicano il rischio allarmante di raggiungere condizioni ancora più roventi.
Secondo Zeke Hausfather, uno scienziato del clima che lavora per la società di pagamenti Stripe, il mese di giugno si avvia per essere il 13° mese consecutivo da record per quanto riguarda la temperatura media globale, leggermente superiore a 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali. Il mese prossimo, ha aggiunto, il pianeta potrebbe avvicinarsi o superare le medie globali più alte mai misurate.
Lo scorso luglio si sono registrate le temperature medie globali più calde che gli scienziati abbiano mai visto – le più calde, secondo le stime, in oltre 100.000 anni. È possibile che, il mese di luglio in arrivo, superi questa pietra miliare, ha detto ancora Hausfather, ed è quasi certo che ci si avvicini.