Lo stretto legame tra ondate di caldo marine e terrestri: lo studio
Durante l’estate del 2023 il mare superficiale e le terre emerse dell’Europa nord-occidentali hanno subito ondate di caldo senza precedenti, con anomalie che nel giugno 2023 nel nord dell’Irlanda sono arrivate fino a superare la soglia dei 5 gradi.
Attraverso una analisi retrospettiva, gli scienziati hanno realizzato uno studio, pubblicato su Nature, che dimostra quanto sia stretto il legame tra condizioni meteorologiche e ambientali dei settori marini e terrestri durante l’ondata di caldo marina più lunga mai registrata in questa regione.
Ondate di caldo marine e terrestri: le connessioni
Secondo lo studio, che ha preso in esame i dati osservati e le proiezioni modellistiche, l’ondata di caldo marino si è sviluppata rapidamente a causa delle forti forzanti atmosferiche – ovvero dell’alto livello di sole, di venti deboli e della presenza di aria tropicale – e della debole attività delle onde in regimi meteorologici anticiclonici.
L’ondata di caldo marina, avviatasi a causa di queste condizioni di calma anticiclonica, nel pieno dell’estate boreale, ha avuto essa stessa delle conseguenze sulle condizioni atmosferiche: sul mare ha ridotto la copertura nuvolosa e sulla terra ha contribuito a battere i record di temperatura media di giugno e ad aumentare le precipitazioni convettive attraverso brezze marine più forti, più calde e umide.
Queste ondate di calore marine si verificano in ogni angolo del Pianeta, ad un ritmo e ad una intensità crescente a causa della crisi climatica. Alle medie latitudini tendono ad avere una durata più breve alle medie latitudini, circa 10-15 giorni, data la grande ampiezza del ciclo annuale e la variabilità della corrente a getto.
Il riscaldamento anomalo della superficie dei mari e degli oceani, intensificata dal riscaldamento globale, ha reso ondate di calore marine simili molto più frequenti e durature. Si prevede infatti che temperature tali della superficie del mare diventeranno molto più comuni entro la metà del secolo in uno scenario di elevate emissioni di gas serra.
Ma veniamo a giugno 2023. La temperatura media nella piattaforma dell’Europa nordoccidentale è stata di +2,9 gradi più calda rispetto a giugno climatologico nel sistema operativo di analisi della temperatura della superficie del mare e del ghiaccio marino basato su osservazioni satellitari. L’ondata marina è durata che ben 16 giorni, un dato senza precedenti negli ultimi 40 anni.
Durante la settimana di picco – ovvero dal 19 al 26 giugno – le temperature superficiali del mare hanno mostrato localmente anomalie di +5 °C nel Mare del Nord centrale e nella piattaforma irlandese.
In condizioni anticicloniche persistenti, come quelle registrate nel giugno 2023, l’aria si muove lentamente e accumula calore e umidità dal mare prima di essere trasportata sulla terraferma. L’ondata di caldo marina, secondo lo studio, ha aumentato la temperatura e le precipitazioni sulla terraferma, attraverso l’avvezione della temperatura dell’aria vicino alla superficie e le anomalie dell’umidità da parte delle brezze marine.
L’ondata di caldo marina ha avuto un forte impatto sulle condizioni meteorologiche sulla terraferma: il Regno Unito nello stesso periodo ha infatti superato la temperatura record mensile di giugno di +0,9 °C, di cui 0, 6 gradi – secondo lo studio – proviene dal feedback (dall’impatto) dell’ondata di caldo marina.
Durante la settimana di punta dell’ondata di calore marina, le isole britanniche sono state più calde di 1,1°C e hanno registrato il 23% di precipitazioni in più, sebbene il vapore acqueo sia aumentato solo del 7% per grado, in linea con la relazione Clausius-Clapeyron.
Lo studio di queste correlazioni meteorologiche e il rapporto causa-effetto delle variabili, è molto interessante perché non solo fa luce sugli eventi del recente passato, ma può essere fondamentale per comprendere meglio gli effetti del riscaldamento globale su scala locale e quindi prevederne i rischi.