Maggio freddo, poi un giugno rovente: cosa ne pensano i meteorologi
Il mese di maggio è stato uno dei più freddi degli ultimi 60 anni, quello di giugno il secondo più caldo: sono segnali dell'estremizzazione del clima?
Il meteorologo Simone Abelli ha analizzato la situazione: negli ultimi due mesi siamo passati «da un estremo all’altro», commenta.
Infatti, «dopo aver vissuto uno dei mesi di maggio più freddi e piovosi degli ultimi sessant’anni, ecco irrompere sulla scena il giugno più secco e uno fra i più caldi dalla fine degli anni ’50». È stato un giugno che ricorderemo per il caldo intenso, ma anche per la siccità: «A livello nazionale – osserva Abelli – ha piovuto solo un quarto del quantitativo normale; non era mai accaduto negli ultimi 60 anni».
«Tuttavia – sottolinea – vi sono stati degli episodi estremi, ossia forti temporali e nubifragi con notevoli accumuli in pochissimo tempo ma molto localizzati», com’è accaduto per esempio «in occasione del passaggio dell’unica perturbazione significativa del mese, sabato 22 giugno». Poi, il caldo record: «le due ondate di calore, di cui l’ultima molto intensa e foriera di nuovi record storici, hanno dato origine a un’anomalia termica pari a +2.5°C che oltrepassa di un decimo di grado quella del giugno 2017. Quindi il mese di giugno di quest’anno balza al 2° posto fra i più caldi degli ultimi 60 anni, alle spalle solo di quello del 2003, e si conferma anche il più secco della serie storica con un’anomalia pluviometrica complessiva di -74%».
Interviene anche la meteorologa Serena Giacomin e sottolinea che sì, «in Italia il Maggio 2019 si è dimostrato più freddo della norma, ma è importante sottolineare che nel frattempo si registrava un caldo anomalo sia in Spagna che sulla Russia nord-occidentale, con più di 30°C vicino al Circolo Polare Artico. A seguire, il mese di Giugno che ci siamo lasciati alle spalle ha manifestato caratteristiche eccezionali dal punto di vista climatico, con molti (troppi!) record assoluti di caldo in diverse nazioni europee».
Cosa aspettarci dal futuro? «Quello che dobbiamo sperare – afferma Giacomin – è che questi record restino insuperati per molto tempo, arrestando la preoccupante corsa verso una pericolosa estremizzazione del clima che già oggi è difficile da sopportare. Ma il futuro, purtroppo, non è pieno di speranza».