Notizie MondoPoliticheTerritorio

Un ambiente sano è un diritto fondamentale dell’umanità: la risoluzione ONU

Quasi un quarto delle morti che si registrano in tutto il mondo in un anno sono legate a rischi ambientali: la nuova risoluzione delle Nazioni Unite stabilisce che un ambiente sano è un diritto fondamentale dell'umanità

Il diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile è stato riconosciuto ufficialmente come uno dei diritti fondamentali dell’uomo. Siamo di fronte a un passo avanti molto importante, arrivato venerdì 8 ottobre quando il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite si è riunito a Ginevra e ha approvato la risoluzione 48/13.

La proposta era stata avanzata da Costa Rica, Maldive, Marocco, Slovenia e Svizzera e il via libera è arrivato con un consenso di larga maggioranza: 43 i voti a favore, 4 gli astenuti.
I Paesi che non si sono espressi in modo favorevole al riconoscimento dell’ambiente come diritto umano fondamentale sono stati la Cina, il Giappone, l’India e la Russia. C’è stata suspense per il voto della Gran Bretagna, che recentemente si era dimostrata scettica nei confronti della proposta ma alla fine ha votato a favore.

Il riconoscimento del diritto è un passo importante per un mondo in cui quasi un quarto delle morti è legato a rischi relativi all’ambiente. L’alta Commissaria ONU: «adesso si passi all’azione»

I numeri resi noti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità devono farci riflettere: si stima che in tutto il mondo 13,7 milioni di morti ogni anno siano legate a rischi ambientali: il 24,3 per cento del totale. Tra questi rischi l’OMS cataloga fattori come l’inquinamento atmosferico e l’esposizione a sostanze pericolose.

«Adesso serve un’azione coraggiosa – ha commentato in una nota l’alta Commissaria per i diritti umani delle Nazioni Unite Michelle Bachelot – per assicurare che questa risoluzione sul diritto a un ambiente faccia da trampolino a una maggiore spinta per politiche economiche, sociali e ambientali che proteggano le persone e la natura».

Bachelet ha accolto con favore il fatto che la risoluzione «riconosca chiaramente che il degrado ambientale e il cambiamento climatico sono connessi alle crisi dei diritti umani».

Proprio in relazione alla crisi climatica, nella stessa giornata di venerdì 8 ottobre il Consiglio per i diritti umani ha approvato anche una seconda risoluzione (la 48/14) con cui si è istituita la figura di un Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulla tematica.

Leggi anche:

Così finanziamo la crisi climatica: ai combustibili fossili 11 milioni di sussidi al minuto

Settembre 2021 è il secondo più caldo a livello globale: i dati Copernicus

Valeria Capettini

Iscritta all'ordine dei Giornalisti, faccio parte della squadra di Meteo Expert dal 2016: un'esperienza che mi ha insegnato tanto e mi ha permesso di avvicinarmi al mondo della climatologia lavorando fianco a fianco con alcuni dei maggiori esperti italiani in questo settore. La crisi climatica avanza, con conseguenze estremamente gravi sull’economia, sui diritti e sulla vita stessa delle persone. Un'informazione corretta, approfondita e affidabile è più che mai necessaria.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio