Le api sono sempre più in pericolo: l’impatto tossico dei pesticidi è raddoppiato
L'impatto tossico dei pesticidi sulle api e su altri impollinatori è raddoppiato in appena un decennio: l'impatto è grave per tutto l'ecosistema
Sempre maggiori i pericoli per le api e gli altri insetti impollinatori. A dare l’allarme uno studio pubblicato di recente sulla rivista Science dalla American Association for the Advancement of Science, che ha analizzato il livello di tossicità delle sostanze chimice utilizzate nei pesticidi.
I risultati sono impressionanti: l’impatto tossico dei pesticidi sulle api e su altri impollinatori è raddoppiato in appena un decennio. Questa escalation è legata a una maggiore “precisione” dei pesticidi: quelli più moderni hanno infatti una tossicità molto inferiore sui mammiferi, compresi gli esseri umani, e sugli uccelli. E sono preferibili anche perché vengono applicati in quantità inferiori.
Ma gli effetti sugli invertebrati sono devastanti: i ricercatori hanno scoperto che complessivamente l’impatto dei pesticidi moderni è molto più violento, e mortale, per gli insetti impollinatori e per quelli che vengono trasportati dall’acqua, come le libellule.
La scoperta contraddice quanto affermavano i produttori dei pesticidi, secondo cui l’impatto ambientale sarebbe stato ridotto con i prodotti più moderni.
Non possiamo dimenticare che gli insetti svolgono un ruolo vitale negli ecosistemi da cui dipendiamo anche noi: basti pensare che impollinano tre quarti delle colture! L’impatto sugli insetti avrà quindi un effetto a catena anche su di noi, oltre che su altri animali come gli uccelli, che dipendono da loro per nutrirsi.
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Unsplash/Dustin Humes
Lo studio, che è stato anticipato sul Guardian, ha utilizzato i dati del governo USA per analizzare l’uso dei pesticidi e il livello di tossicità delle sostanze chimiche che contengono: «guardare esclusivamente la quantità di pesticidi applicata fornisce un’immagine falsata», sottolinea il Guardian, perché la tossicità non è uguale per tutti. Citato dal giornale britannico, il professor Ralf Schulz che ha guidato la ricerca ha spiegato che «i composti che sono particolarmente tossici per i vertebrati sono stati sostituiti con una minore tossicità per i vertebrati, e questo è davvero un successo», ma ha anche evidenziato che allo stesso tempo «i pesticidi sono diventati più specifici e quindi, sfortunatamente, anche più tossici per gli organismi “non-target”, come insetti impollinatori e invertebrati acquatici».
Anche le innovazioni introdotte con entusiasmo nel campo degli OGM si rivelano ingannevoli sotto questo punto di vista: «Le colture geneticamente modificate sono state introdotte sostenendo che avrebbero ridotto la dipendenza dell’agricoltura dai pesticidi chimici», ha affermato Schulz, denunciando che questo «non è vero se guardi ai livelli di tossicità».
La situazione in Europa è probabilmente simile, ma purtroppo nell’Unione Europea non è disponile l’accesso ai dati sui pesticidi, così come in America Latina, in Cina e in Russia. Come hanno sottolineato gli scienziati, la mancanza di dati pubblici ci impedisce di avere il polso della situazione su quello che potenzialmente è «un fattore cruciale del declino della biodiversità globale».