Bolsonaro accelera la deforestazione in nome dello “sfruttamento ragionevole”. Rilevati già molti danni
L’atteggiamento di Bolsonaro può mettere a repentaglio la sopravvivenza dell’Amazzonia, causando danni globali
Il Brasile sta subendo un attacco al suo polmone verde, attacco alimentato dalle politiche di Bolsonaro che, non inneggiano alla deforestazione ma, raggirano il sistema di tutela dell’Ambiente.
La deforestazione è aumentata ed è già un dato di fatto: sono stati disboscati tra agosto 2017 e luglio 2018, circa 7.900 chilometri quadrati di foresta pluviale brasiliana; secondo i dati dell’INPE (Instituto Nacional de Pesquisas Espaciais), nei primi 15 giorni di questo mese oltre 1.000 chilometri quadrati di foresta amazzonica sono stati disboscati. Dall’inizio del 2019 questo è il secondo incremento consecutivo della deforestazione dell’Amazzonia.
Bolsonaro vuole ridurre la legislazione che salvaguarda l’Amazzonia anche attaccando i funzionari che hanno il compito di tutelare la foresta pluviale. Il leader brasiliano ha criticato le sanzioni a tutela dell’ambiente a danno degli agricoltori, incoraggiando i taglialegna, i proprietari terrieri e gli speculatori a distruggere le foreste. Il governo brasiliano ha tagliato il 95% del budget del ministero dell’Ambiente che era di 2,9 milioni di dollari destinati a contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici.
New Scientist sottolinea che questi livelli di deforestazione sono comunque molto lontani da quelli registrati negli anni Ottanta e Novanta, quando ogni anno scomparivano decine di migliaia di km² di foresta e che, dal 2004 al 2018, il disboscamento è diminuito del 72% ma, anche se il 40 % dell’Amazzonia si trova fuori dai confini brasiliani, l’atteggiamento di Bolsonaro può mettere a repentaglio la sopravvivenza dell’Amazzonia, causando danni globali.