Gli eventi meteo estremi hanno ucciso quasi mezzo milione di persone in meno 20 anni: come un bollettino di guerra
Sempre più evidenti i segnali di un'escalation del cambiamento climatico: «non possiamo più ignorarli», avvertono gli esperti
Sembra un drammatico bollettino di guerra il resoconto, pubblicato dalla ong tedesca Germanwatch, che fa il punto su una delle principali conseguenze del cambiamento climatico, ovvero l’aumento degli eventi meteo estremi. In 20 anni scarsi, tra il 2000 e il 2019, il mondo ha dovuto affrontare 11 mila eventi meteo estremi, dai cicloni agli incendi, passando anche per le ondate di siccità e le alluvioni.
Quasi mezzo milione di persone sono state uccise, e si calcolano perdite economiche di oltre 2 miliardi di euro.
Più precisamente, secondo il report Global Climate Risk Index 2021, il bilancio è di 475mila vittime e 2.106 miliardi di euro di danni economici. Il rapporto ha analizzato gli impatti degli eventi meteorologici estremi prendendo in considerazione i dati disponibili relativi a quanto avvenuto dal 2000 al 2019.
Gli esperti hanno sottolineato che i dati emersi dallo studio confermano, per l’ennesima volta, che i segnali dell’escalation del cambiamento climatico sono sempre più evidenti e non possono più essere ignorati, in nessuna parte del globo.
A farne le spese, tuttavia, sono soprattutto i paese più poveri perché, come evidenziano i ricercatori, sono particolarmente esposti ai rischi, hanno una capacità inferiore di affrontarli e spesso hanno bisogno di tempi più lunghi per la ricostruzione e il recupero.
Ma anche i Paesi con redditi elevati stanno subendo gli impatti del cambiamento climatico in modo sempre più evidente, e devastante. Basti pensare agli incendi che solo negli ultimi due anni hanno messo in ginocchio l’Australia o la California, o alle tempeste che hanno flagellato il Giappone con una violenza inedita.
È fondamentale che dati di questo tipo, che indicano il livello di esposizione e vulnerabilità agli eventi meteo estremi, vengano interpretati come un avvertimento e vengano sfruttati per prepararsi a eventi che, a causa del cambiamento climatico, diverranno sempre più frequenti e violenti in futuro.
«È nell’interesse di tutti i Paesi del mondo – sottolineano i ricercatori – lavorare per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici per prevenire, o ridurre al massimo, i potenziali danni».