Desertificazione e siccità, gli scienziati avvertono: «il deserto avanza anche in Italia»
Il 17 giugno è la Giornata Mondiale per la lotta alla Desertificazione e alla Siccità: in alcune aree dell'Italia oltre la metà del territorio è a rischio
Si celebra il 17 giugno la “giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità” promossa dalla Convenzione delle Nazioni Unite. Istituita nel 1995 per sensibilizzare l’opinione pubblica in materia di cooperazione internazionale per combattere la desertificazione e gli effetti della siccità, l’edizione di quest’anno è dedicata al tema del Food. Feed. Fibre. Sustainable production and consumption, che mira a sottolineare i forti legami tra territorio, suolo, biodiversità, e produzioni e consumi non sostenibili.
Come ha sottolineato in una nota il Ministero dell’Ambiente, «oggi più che mai occorre ri-orientare le nostre azioni, i nostri comportamenti in modo da renderli più sostenibili per conservare la produttività della terra, proteggere la biodiversità e affrontare i cambiamenti climatici.
Gestire in modo sostenibile le risorse terrestri che producono cibo, nutrono gli animali e forniscono fibra per abiti, assume un ruolo importante nel ricostruire il rapporto con la natura nella fase post COVID-19. La crisi COVID ha reso evidenti le vulnerabilità dell’uomo e dei sistemi naturali, ed in particolare il modo in cui usiamo le risorse della terra».
Per contrastare desertificazione e siccità, evidenzia il Ministero, occorre «ridurre la domanda eccessiva dei terreni naturali; evitare gli sprechi alimentari; ridurre la richiesta di acqua per le produzioni alimentari ed industriali; ridurre l’impronta idrica negli allevamenti; equilibrare la domanda di prodotti di origine animale; evitare che aree forestali, che proteggono la biodiversità e combattono il degrado del suolo e la desertificazione, vengano perse a causa della conversione dei terreni per gli usi agricoli, per il pascolo e la produzione di mangimi».
La giornata contro la desertificazione e la siccità offre anche l’occasione per fare il punto della situazione.
In tutto il Pianeta, fa sapere l’ONU, il 33% dei terreni agricoli è degradato. Si tratta di un’area di 2 miliardi di ettari, complessivamente più vasta di tutto il Sud America.
La domanda di alimenti continua ad aumentare: si stima che entro il 2050 il mondo avrà bisogno di produrre il 56% di calorie in più e si renderà necessario lo sfruttamento di 593 milioni di ettari di terreni agricoli in più rispetto al 2010, un’area grande il doppio dell’India. Attualmente il 70 per cento degli ecosistemi naturali è stato trasformato dall’uomo, e secondo le stime la percentuale potrebbe raggiungere il 90% dal 2050.
Quasi un quarto delle emissioni di gas serra deriva da agricoltura, silvicoltura e altri tipi di sfruttamento della terra. Circa l’80% dei terreni agricoli del pianeta è usato per l’allevamento, come pascoli o per la produzione dei mangimi.
Enormi gli sprechi: un terzo di tutto il cibo prodotto ogni anno va perso o buttato, in un mondo in cui 821 milioni di persone sono denutrite. Preoccupa anche il consumo di acqua: il suo utilizzo per la produzione di cibo potrebbe arrivare tra i 10 e i 13 trilioni di metri cubi all’anno per la metà del secolo.
Desertificazione e siccità: un quinto dell’Italia è a rischio
Secondo le ultime stime rese note dal C.N.R., la situazione nel nostro Paese è estremamente preoccupante: «il deserto avanza anche in Italia», avvertono gli scienziati. Secondo il Consiglio Nazionale delle Ricerche, quasi un quinto del territorio nazionale è a rischio desertificazione: la situazione è grave soprattutto al Sud.
In Sicilia, addirittura il 70% del territorio è a rischio desertificazione. La percentuale arriva al 58% in Molise, al 57% in Puglia, al 55 per cento in Basilicata. In Sardegna, Marche, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo e Campania è a rischio una percentuale di territorio compresa tra il 30 e il 50%.
Secondo le previsioni, entro la fine di questo secolo le temperature potrebbero aumentare tra i 4 e i 6 gradi nel bacino del Mediterraneo, e le precipitazioni sembrano destinate a ridursi drasticamente, soprattutto nei mesi estivi: fattori che, sottolineano i ricercatori, potranno aggravare pericolosamente il rischio siccità.