La transizione ecologica passa anche per la diminuzione del consumo di carne. Il ministro Cingolani si schiera contro gli allevamenti intensivi
Hanno suscitato diverse polemiche le dichiarazioni del ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, che di recente ha evidenziato le criticità legate ad agricoltura e allevamenti intensivi. Intervenendo alla conferenza preparatoria della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, il ministro ha spiegato che la transizione ecologica passa anche per una riduzione del consumo di carne.
«L’agricoltura intensiva pone problemi» ha affermato Cingolani: «ci ha consentito di vivere più a lungo, ma ha comportato una notevole alterazione dell’ecosistema. La soluzione non è fermare il progresso, ma neppure fare quello che si vuole».
Un elevato consumo di carne ha ripercussioni serie anche sulla nostra salute, e anche questo dovrebbe indurci a «diminuire la quantità di proteine animali sostituendole con quelle vegetali», ha sottolineato il ministro.
Che si è poi soffermato sull’impatto che la produzione di carne ha sull’ambiente: «la proteina animale richiede sei volte l’acqua delle proteina vegetale, a parità di quantità, e allevamenti intensivi producono il 20 per cento della CO2 emessa a livello globale». Non dimentichiamo anche le conseguenze che gli allevamenti hanno sullo sfruttamento del terreno: buona parte della deforestazione, compresa quella che sta devastando l’Amazzonia, è legata proprio alla necessità di nuovi terreni da destinare alla produzione della carne.
«Modificando la nostra dieta – ha spiegato – avremo un co-beneficio: miglioreremo la salute pubblica, riducendo al tempo stesso l’uso di acqua e la produzione di CO2».
Il ministro della transizione ecologica ha menzionato anche un altro grave problema legato agli allevamenti intensivi, ovvero quello della resistenza agli antibiotici che si sviluppa proprio in questi ambienti. «Occorre fronteggiare emergenze come quelle dei batteri antibiotico resistenti – ha detto -, perché certe industrie hanno riversato nell’ambiente una tale quantità di antibiotici che adesso ci troviamo con dei batteri corazzati, che oltre a rappresentare un problema di inquinamento lo diventano anche per la salute pubblica».
Le ultime notizie:
Con la “rinaturazione” si può combattere la crisi climatica ma anche quella economica: il report WWF |