Un orologio climatico conta gli anni di vita del clima
La Terra si salverà se riusciremo ad aumentare l'energia prodotta da fonti rinnovabili prima che il conto alla rovescia raggiunga lo zero
Si tratta dell’ultima attrazione di New York. Un orologio climatico conta gli anni di vita del clima. Ma non è solo spettacolo. I dati sono basati sulla ricerca scientifica. Parliamo di un “orologio climatico” capace di arrivare fino al “giorno del Giudizio” del Pianeta Terra. “La Terra ha una scadenza”. È quanto affermato sullo schermo a led che lampeggia ogni pochi minuti. In particolare, al giorno venerdì 25 settembre la speranza di vita del clima era di circa sette anni e 97 giorni. La scadenza si basa sui dati del Mercator Research Institute su Global Commons and Climate Change (MCC), creatore del “Carbon Clock”. Si tratta di un’installazione temporanea collocata su un importante edificio di Manhattan. Un monito al mondo intero, che rammenta a tutti gli abitanti della Terra come la salute del clima non sia eterna. L’orologio digitale, “Metronome”, è per la precisione collocato su un edificio della 14a Strada di fronte a Union Square. Questo orologio conta il tempo da e verso mezzanotte fino alle frazioni di secondo. Quasi fosse una clessidra senza fine. Proprio lo scorso weekend, questo orologio è stato trasformato in “orologio climatico”, in grado di esplicitare il tempo rimanente alla probabile catastrofe climatica totale. “Padri” del progetto sono Gan Golan e Andrew Boyd per la Climate Week.
Un orologio climatico conta gli anni di vita del clima. La Terra si salverà se riusciremo ad aumentare l’energia prodotta da fonti rinnovabili prima che il conto alla rovescia raggiunga lo zero
Il “Climate Clock” conta alla rovescia gli anni, i giorni, le ore, i minuti e i secondi rimasti per frenare le emissioni di gas serra in modo tale da dare alla Terra il 67% di possibilità di mantenere il mondo sotto 1,5 gradi di riscaldamento. Basti pensare che, finora, il 2020 è stato il secondo più caldo degli ultimi 141 anni. Mantenere il riscaldamento globale al di sotto del grado e mezzo è infatti fondamentale nell’ottica di evitare il peggio. E, in questo “peggio”, includiamo le inondazioni, l’innalzamento inarrestabile del livello del mare, gli incendi, la perdita delle barriere coralline, l’avanzata implacabile dei deserti. Nonostante le prospettive non siano certo rosee, la speranza non è ancora morta. L’orologio mostra due numeri. Il numero rosso è il termine ultimo per intraprendere un’azione decisiva per mantenere il riscaldamento sotto la soglia di 1,5 gradi. Un secondo numero, in verde, traccia la crescente percentuale di energia mondiale attualmente fornita da fonti rinnovabili. L’obiettivo è aumentare tale percentuale al 100% prima che il conto alla rovescia raggiunga lo zero. Il “Climate Clock” rimarrà esposto ancora pochi giorni. Prossima tappa, dopo New York, sarà molto probabilmente Parigi il prossimo anno.