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Uragani: ritirati i nomi Otis e Dora, i più catastrofici del 2023

La stagione 2024 sull'Atlantico potrebbe essere più attiva del normale

Il Comitato per gli uragani dell’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) ha ritirato i nomi “Otis” e “Dora” dall’elenco di nomi che vengono utilizzati a rotazione per nominare le tempeste nate sul bacino orientale del Pacifico settentrionale.

La decisione è stata presa a causa della morte e della distruzione che hanno provocato Otis nella città turistica messicana di Acapulco nell’ottobre 2023, e Dora non a causa di danni diretti, ma a causa della sensibilità al nome e al ruolo meteorologico indiretto che ha svolto nei devastanti incendi di Maui, Hawaii, nell’agosto 2023. Il nome Dora infatti è stato anche ritirato dall’elenco dei nomi del bacino atlantico nel 1964.

Otilio e Debora verranno invece utilizzati negli elenchi dei nomi, supervisionati dall’OMM per aiutare nella comunicazione degli avvisi di tempesta e per allertare le persone sui rischi potenzialmente letali. I nomi vengono ripetuti ogni sei anni, a meno che una tempesta non sia stata così mortale da far ritirare definitivamente il nome.

Il Comitato non ha ritirato invece alcun nome del bacino atlantico: è la prima volta che accade dal 2014. La convenzione di denominazione è solo una piccola parte del lavoro salvavita del Comitato Uragani che è fondamentale per garantire che tutti siano pronti per la prossima stagione degli uragani del 2024 e per ridurre l’impatto di queste pericolose tempeste.

Nel 2023 il bacino dell’Atlantico ha visto 20 tempeste nominate, mentre  il bacino del Pacifico orientale ha avuto 17 tempeste nominate. La tempesta più forte della stagione è stata l’uragano Otis, che si è abbattuto vicino Acapulco, in Messico, il 25 ottobre come uragano di categoria 5 (sulla scala dei venti dell’uragano Saffir-Simpson), con venti sostenuti di 260 km orari. Otis detiene il record come il più forte uragano che ha colpito il Pacifico orientale dopo aver subito una rapida intensificazione in cui la velocità del vento è aumentata di 115 mph in 24 ore. Ad Acapulco morirono cinquantuno persone, mentre trentaquattro risultano scomparse. Secondo le autorità messicane, Otis ha causato perdite economiche pari a circa 3,2 miliardi di dollari.

Dora è stato un uragano di lunga durata che ha raggiunto l’intensità di categoria 4 mentre attraversava porzioni dei bacini del Pacifico centrale e orientale. Dora ha attraversato la linea del cambio di data internazionale, diventando un tifone, prima di indebolirsi e raggiungere la parte occidentale del Pacifico.

L’uragano è passato a sud delle Isole Hawaii l’8 agosto e ha raggiunto la linea temporale internazionale il 12 agosto, diventando un raro ciclone tropicale ad aver attraversato tutti e tre i bacini ciclonici tropicali dell’Oceano Pacifico e solo il secondo a farlo come uragano (il precedente è stato l’uragano John nel 1994). Non ci sono segnalazioni di danni o vittime direttamente causati dall’uragano. Tuttavia, Dora era indirettamente collegata ai catastrofici incendi di Maui, nelle Hawaii, dove i venti si sono intensificati alimentando le fiamme.

Stagione degli uragani più attiva nel 2024

Il Tropical Storm Risk ha previsto nel 2024 una stagione piuttosto attiva, circa del 30% superiore rispetto alla media del periodo 1991-2020, e del 50% superiore al periodo 1950-2023. Si tratta di previsioni che hanno sempre un margine di incertezza, ovviamente, ma si prevede la formazione di 20 tempeste sull’Atlantico, delle quali 9 potrebbero diventare uragani, di cui 4 uragani intensi.

A determinare una stagione più attiva del normale è principalmente l’anomalia delle temperature dell’Atlantico superficiale, che già da 1 a 3 gradi più elevate del normale nelle aree in cui di solito si formano le tempeste.

uragani stagione 2024

Nel 2024 i nomi scelti per le tempeste sul Pacifico nord-orientale sono Aletta, Bud, Carlotta, Daniel, Emilia, Fabio, Gilma, Hector, Ileana, John, Kristy, Lane, Miriam, Norman, Olivia, Paul, Rosa, Sergio, Tara, Vicente, Willa, Xavier, Yolanda, Zeke. Quelle dell’Atlantico settentrionale invece si chiameranno Alberto, Beryl, Chris, Debby, Ernesto, Francine, Gordon, Helene, Isaac, Joyce, Kirk, Leslie, Milton, Nadine, Oscar, Patty, Rafael, Sara, Tony, Valerie e William.

La stagione degli uragani nell’Atlantico inizia ufficialmente il 1° giugno e termina il 30 novembre, mentre la stagione degli uragani nel Pacifico settentrionale orientale va dal 15 maggio al 30 novembre.

Ogni anno si contano in media 85 cicloni tropicali in tutto il mondo. Negli ultimi 50 anni hanno causato una media giornaliera di 43 morti e 78 milioni di dollari di perdite e sono stati anche responsabili di un terzo dei decessi e delle perdite economiche dovute a disastri legati al clima, al clima e all’acqua, secondo le statistiche dell’OMM del periodo 1970-2019. Il bilancio delle vittime è però diminuito drasticamente grazie ai miglioramenti nelle previsioni, negli allarmi e nella riduzione del rischio di catastrofi coordinati dal Programma Cicloni Tropicali della WMO.

 

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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