Approvato in Cina l’editing del genoma in agricoltura per aumentare i raccolti e la loro resistenza ai cambiamenti climatici
Il governo della Cina ha approvato l’intervento sul DNA in campo agricolo attraverso l’editing del genoma per aumentare il volume dei raccolti e la loro resistenza alla crisi climatica.
I ricercatori del settore hanno colto la notizia con grande interesse, perché apre il campo alla ricerca per le applicazioni agro-alimentari di nuove varietà più resistenti e meglio adattabili alle nuove condizioni meteo climatiche del Pianeta.
Allo stesso tempo, però, l’intervento umano nel DNA delle piante ha sollevato molti dubbi e preoccupazioni, perché potrebbe innescare un cambiamento degli ecosistemi del Pianeta, favorendo grandi monocolture, mettendo a rischio non solo piante e animali, ma anche la salute umana.
La Cina apre all’editing del genoma
Il Ministro dell’agricoltura cinese ha pubblicato le prime linee guida il 24 gennaio, e da allora i ricercatori hanno presentato i loro progetti in tutta fretta. Tra queste ci sono proposte per lo sviluppo di una varietà di grano capace di resistere alle malattie fungine.
«Questa è una buona notizia per tutti noi» ha commentato Caixia Gao biologa dell’Istituto di Genetica e Sviluppo Biologico dell’Accademia Cinese di Pechino. «Questa decisione è un grande passo in avanti per la Cina, e aiuterà a tradurre in azione anni di ricerca», ha aggiunto Jin-Soo Kim, a capo del Centro di Ingegneria del Genoma all’Istituto di Scienze di Daejeon, in Corea del Sud.
La nuova direttiva del governo renderà più rapido il processo di riconoscimento della sicurezza biologica di una varietà geneticamente modificata: fino a ieri il processo poteva richiedere fino a 6 anni, oggi potrebbe richiedere anche solo 1 o 2 anni.
I tempi si sono ridotti drasticamente anche perché prima d’ora la nuova varietà veniva piantata in grandi campi e analizzata in più step nel processo. Da oggi invece bastano i dati di laboratorio provenienti da piccoli campi coltivati.
L’iniziativa approvata in Cina è molto più conservativa delle regolamentazioni già attive negli Stati Uniti, ma più permissivo di quelle europee, che considera tutte le modifiche del genoma come organismi geneticamente modificati.
L’UE difatti definisce “OGM” ogni organismo “in cui il materiale genetico (DNA) è stato alterato in un modo che non si verifica naturalmente per accoppiamento o ricombinazione naturale”. Tuttavia, bisogna dire che gli OGM sviluppati negli anni ’90 utilizzavano anche metodi diversi, meno precisi, rispetto ai nuovi strumenti di editing del genoma.
I rischi e i benefici dell’editing del genoma
Secondo uno studio della NASA in uno scenario ad alte emissioni, la produzione globale di granturco calerà del 24%, mentre quella di grano potrebbe aumentare del 17%, già entro il 2030. Inoltre entro metà secolo potrebbero verificarsi importanti cali di produzione anche di patate e riso, stimata rispettivamente intorno al -9% e -11%.
Sebbene rispetto a decenni fa la scienza abbia fatto progressi notevoli nel campo dell’editing genomico, il dibattito resta ancora molto acceso, specie riguardo al rapporto rischi-benefici che comporta un intervento del genere per l’ambiente e per la salute umana.
Chi è favore sostiene che l’editing del genoma sia un processo che simula quello che avviene in natura, accorciandone solamente i tempi. Lo strumento CRISPR-Cas9 in particolare, uno dei metodi per l’editing del genoma, agisce come una forbice, tagliando il DNA in un punto specifico per consentire modifiche molto precise alle caratteristiche di una pianta, è molto più preciso rispetto alle tecniche usate in precedenza, quindi teoricamente più sicuro.
Allo stesso tempo, però, c’è anche chi ha sollevato molte critiche perché l’editing genomico può innescare una serie di mutazioni al genoma delle piante, mettendo a rischio la biodiversità e il delicato equilibrio della vita sulla terra, con conseguenze che potrebbero ricadere in ultimo anche sulla salute umana. L’uso di questa tecnologia potrebbe inoltre favorire lo sviluppo di grandi monocolture, capaci di alterare gli ecosistemi locali e non solo.