Arriva una nuova conferma del legame tra il riscaldamento globale e l’avvento della pandemia da Sars Cov-2. Negli ultimi 100 anni l’innalzamento delle temperature ha determinato un aumento significativo del numero di specie di pipistrelli nella provincia cinese dello Yunnan. Come sappiamo proprio in quest’ area del Paese, secondo studi genetici, si sarebbe originato il Sars Cov-2.
In una prima ipotesi, sembrava possibile che a facilitare la zoonosi, ossia il passaggio della malattia da animale a uomo, fossero state anche le deforestazioni selvagge su alcune aree dell’estremo Oriente che avrebbero danneggiato gli habitat dei pipistrelli e favorito un maggior contatto tra uomo e animali selvatici.
Ora un nuovo studio condotto dai ricercatori del Dipartimento di Zoologia dell’Università di Cambridge e pubblicato sulla prestigiosa rivista Science of the Total Environment mette in luce lo stretto legame tra riscaldamento globale e migrazioni dei pipistrelli. Oltre 40 specie di pipistrelli, che ospitano circa 100 tipi diversi di coronavirus, si sono trasferite nel corso dell’ultimo secolo verso la provincia cinese meridionale dello Yunnan.
Le zoonosi e l’origine della pandemia
I pipistrelli, secondo diversi studi scientifici, sono la probabile origine zoonotica di diversi coronavirus (CoV) che infettano gli esseri umani, inclusi SARS-CoV-1 e SARS-CoV-2, che hanno entrambi causato epidemie su larga scala, oltre alla pandemia in atto. Il numero di CoV presenti in un’area è fortemente correlato alla ricchezza di specie di pipistrelli locali, che a sua volta è influenzata dalle condizioni climatiche che determinano la distribuzione geografica delle specie.
Nello studio viene evidenziato come la provincia cinese meridionale dello Yunnan e le regioni limitrofe in Myanmar e Laos siano le zone con il maggior aumento di pipistrelli determinato dagli effetti del cambiamento climatico.
Oltre il 60% delle malattie infettive in tutto il mondo può essere fatto risalire alle zoonosi, la maggior parte delle quali ha origine nella fauna selvatica. I pipistrelli tra l’altro “trasportano” la più alta percentuale di virus zoonotici di tutti i mammiferi. Diversi CoV noti per aver infettato gli esseri umani, come Mers, Sars e Sars Cov 1 e 2, hanno molto probabilmente avuto origine nei pipistrelli. È probabile poi che zibetti e pangolini portatori di questi virus siano stati trasportati rispettivamente nei mercati di fauna selvatica nel Guangdong e a Wuhan dove ha avuto origine l’epidemia. Il numero di CoV presenti in un’area è fortemente correlato alla densità di specie di pipistrelli locali e ciò può naturalmente far aumentare la probabilità che un CoV con caratteristiche potenzialmente dannose per la vita umana sia presente, trasmesso o evolva nell’area.
La presenza delle specie, a sua volta, è influenzata dal cambiamento climatico, che guida le distribuzioni geografiche delle specie, alterando l’idoneità degli habitat ecologici, costringendo le specie a scomparire da alcune aree e consentendo loro di espandersi in altre.
Per arrivare a questa conclusione gli scienziati hanno creato una mappa della vegetazione mondiale dell’inizio del XX secolo, confrontandola successivamente con i dati (temperature, copertura nuvolosa, precipitazioni) delle condizioni climatiche del tempo. La mappa è stata poi messa a confronto con i “requisiti” che un habitat deve avere per poter ospitare le diverse specie di pipistrelli. Questi dati sono stati poi confrontati con la distribuzione sul territorio di questi mammiferi, che è cambiata proprio in virtù dei mutati parametri climatici.