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Arriva la prima sentenza italiana contro il “greenwashing”: maxi multa a ENI

Il "green diesel" veniva descritto da Eni come bio, rinnovabile e in grado di ridurre le emissioni di gas serra

Eni, il colosso energetico italiano a prevalente capitale pubblico, è stata multata per “pratica commerciale ingannevole” in merito alla pubblicità “ENIdiesel+” il cosiddetto “green diesel” i cui additivi vegetali non aiutano l’ambiente e non riducono i consumi. Lo riporta Legambiente definendola una decisione storica, la prima in Italia contro il “greenwashing”, ossia i messaggi pubblicitari ingannevoli quanto alle qualità “green” di un prodotto.

Il provvedimento emesso oggi dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato a seguito di un esposto di Legambiente, Movimento Difesa del Cittadino e Transport & Environment. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha disposto oggi una multa di 5 milioni di euro nei confronti di Eni per la pubblicità “ENIdiesel+”, che ha inondato giornali, televisione, radio, cinema, web e stazioni di servizio dal 2016 al 2019. La decisione riguarda il messaggio, oggi dichiarato ingannevole, di un diesel bio, green e rinnovabile, che «riduce le emissioni di gas serra fino al 40%». L’Autorità ha imposto a Eni di non utilizzare più la pubblicità e disposto una sanzione amministrativa, per pratica commerciale scorretta di 5 milioni di euro “pari al massimo edittale”, tenuto conto della gravità e della durata della violazione.

La sentenza oggi rappresenta un segnale forte nei confronti delle compagnie di combustibili fossili e dei loro tentativi di rappresentare al pubblico i biocarburanti come rispettosi dell’ambiente e addirittura come parte della soluzione alla crisi climatica.

«Quella di oggi è decisione storica, perché per la prima volta in Italia si parla ufficialmente di greenwashing e perché finalmente viene smascherato questo grande inganno ai danni dei cittadini da parte di uno dei maggiori Nemici del Clima qual è Eni – dichiara Stefano Ciafani, presidente di Legambiente -. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ci ha dato ragione, ma non basta. Ora è tempo che anche il Governo scommetta davvero su un Green New Deal italiano, iniziando proprio dalla definizione immediata di una strategia di uscita graduale ma netta e inesorabile dai 19 miliardi di euro di sussidi diretti e indiretti alle fonti fossili che sono causa dell’emergenza climatica, definendo anche lo stop agli incentivi all’uso dell’olio di palma nel diesel».

«La decisione dell’Autorità rappresenta un primo importante esempio di sanzione in materia di “greenwashing” ovvero quei messaggi pubblicitari ingannevoli quanto alle qualità “green” di un prodotto – dichiara Francesco Luongo, presidente nazionale Movimento Difesa del Cittadino -. Il rispetto dell’ambiente è un valore fondamentale nell’evoluzione dell’economia globale ribadito dal “Green Deal” approvato proprio ieri dalla Commissione UE e non deve essere piegato, o peggio contraffatto, dalle aziende attraverso un marketing spregiudicato che si traduca in vere e proprie pratiche commerciali scorrette ai danni dei consumatori»

Da comunicato di Legambiente

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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