Cambiamenti Climatici, il 2020 è un anno decisivo: rischi e opportunità
Per i cambiamenti climatici «siamo a un bivio»: da Davos il punto sulla posta in gioco
Per il futuro dei cambiamenti climatici «il 2020 è un anno critico»: l’altolà arriva dagli esperti di economia che si sono riuniti a Davos e che, nel rapporto sui rischi previsti per l’anno da poco iniziato, sono stati molto chiari su quanto sia grave anche per l’economia la questione della crisi climatica, che rappresenta il pericolo percepito come più preoccupante in assoluto e mette a rischio oltre la metà del Pil globale.
Quest’anno siamo di fronte a un bivio, spiegano gli esperti: il 2020 dà alle nazioni l’opportunità di agire per rispettare l’Accordo di Parigi e annullare il gap che si è creato negli ultimi anni tra quello che hanno promesso e quello che è necessario. Un numero sempre maggiore di governi si sta muovendo verso obiettivi a lungo termine che prevedano l’azzeramento delle emissioni e sta mostrando un interesse crescente per lo sviluppo di soluzioni che prevedano un minore utilizzo del carbone.
In questo senso, le cose da fare sono molte: è necessaria una catena di approvvigionamento di idrogeno a basse emissioni di carbonio, la messa in atto di soluzioni che permettano di conservare l’energia in modo da gestire l’intermittenza delle rinnovabili, il passaggio all’elettricità per il riscaldamento domestico e commerciale, sistemi migliori per riciclare le batterie delle auto elettriche e una pianificazione più chiara di dove trovare le materie prime che saranno necessarie per supportare la transizione.
La Germania anticipa l’uscita dal carbone
La posta in gioco è altissima: se nel 2020 non riusciremo a cogliere le opportunità che abbiamo per mitigare i cambiamenti climatici, avvertono gli esperti, le conseguenze principali saranno tre.
- Aumento dei rischi e delle difficoltà della transizione
Un ulteriore ritardo nella riduzione delle emissioni renderà più difficile il raggiungimento degli obiettivi relativi al bilancio del carbonio. Alla fine, le aziende e i mercati saranno costretti ad adeguarsi più rapidamente, e questo potrebbe portare a costi più elevati, maggiori interruzioni economiche o interventi draconiani da parte dei politici in preda al panico. Senza piani di transizione equi e ponderati aumenterebbe anche il rischio di perdere un numero elevatissimo di posti di lavoro - Rischio di «scommesse unilaterali»
Aumenterebbe il rischio di «scommesse unilaterali di geoingegneria», spiegano gli esperti: se non venissero attuate politiche climatiche efficaci a livello globale, o almeno regionale, i paesi potrebbero decidere in autonomia di mettere in atto progetti come la fertilizzazione oceanica o l’iniezione di aerosol stratosferico. Mosse che potrebbero avere effetti disastrosi sugli ecosistemi e sulla produzione agricola. - Perdita di slancio
Ma il 2020 si apre anche con la prospettiva di importanti opportunità nell’affrontare i cambiamenti climatici. La consapevolezza continua a crescere, soprattutto tra i più giovani, e questo può avere un peso importante sul modo con cui la società affronta questa sfida. Le tematiche legate al clima e all’ambiente stanno diventando sempre più centrali nel dibattito politico, e hanno dimostrato di svolgere un ruolo importante anche nelle urne elettorali: nel 2019 abbiamo assistito a una grande crescita dei Verdi nel Parlamento europeo e i cambiamenti climatici sono emersi come questione politica chiave anche nelle primarie democratiche negli Stati Uniti e nelle elezioni di diversi Paesi, come il Canada e la Svizzera. A favorire questo percorso nel mondo della politica, anche il crescente attivismo dei giovani, che promette di avere effetti importanti soprattutto nel lungo termine: i ragazzini che oggi scioperano da scuola il venerdì sono gli adulti che domani voteranno, lavoreranno, faranno investimenti e acquisti.
A questo link è possibile consultare la versione integrale del rapporto pubblicato dal World Economic Forum.