Non c’è sostenibilità senza cultura. Riflessioni per una Vita Supernova
Dal 1988 il Salone internazionale del Libro di Torino riunisce case editrici, autrici e autori, ma soprattutto lettrici e lettori, in una grande casa fatta di parole e pensieri, idee e visioni. In occasione della XXXIII edizione, ci siamo interrogati sul valore della cultura in relazione al valore della sostenibilità.
La sostenibilità culturale non è una dimensione aggiuntiva della sostenibilità, ma una comprensione integrale dell’intero concetto: trasforma la conoscenza dei problemi ecologici, sociali ed economici in una nuova narrazione del progresso, della qualità della vita e del rapporto dell’uomo con la natura.
Per condividere questa riflessione, abbiamo chiesto a Margherita Ferrario, dottoressa in Gestione e Comunicazione della Sostenibilità e copywriter per l’agenzia Latte Creative, se le discipline umanistiche – e la letteratura nello specifico – possono in qualche modo contribuire a plasmare stili di vita e politiche più ecologiche e sostenibili.
«Anche se non siamo mai stati così tanti sulla Terra, le evidenze riguardanti il cambiamento climatico testimoniano che dovremmo iniziare a pensarci come una specie in via d’estinzione. Una specie in via d’estinzione ha due possibilità: o non fa assolutamente nulla, e allora si estingue, o agisce, e allora evolve. La cultura deve iniziare a essere considerata la nostra strategia di sopravvivenza», spiega la dottoressa Ferrario. «Un laboratorio aperto e vivo per esplorare ogni futuro possibile e offrire alla politica orizzonti molto più ampi ed eterogenei di quelli verso i quali guarda oggi»
Il tema della XXXIII edizione del Salone del Libro, la prima in presenza dopo la pandemia, è Vita Supernova.
Prima che la Terra si formasse, quello che oggi identifichiamo come il nostro sistema solare era composto da elementi dinamici e gassosi rilasciati dall’esplosione di una stella, una supernova. I resti di supernova contengono gli elementi essenziali alla vita: per questo motivo, le supernove si studiano ancora oggi, nel tentativo di scoprire qualcosa in più sui tasselli che costituiscono l’universo.
Nel periodo pandemico, uno dei più complessi della storia recente, in cui le nostre certezze interiori ed esterne hanno vacillato, si è riscoperto il coraggio di mettere tutto in discussione e di ricercare gli elementi essenziali da portare nel futuro della nostra vita. I libri si sono dimostrati un approdo più solido che mai, offrendo a lettrici e lettori di ogni età una possibilità di conforto, riflessione, consolazione, compagnia: Vita Supernova parte da questa consapevolezza, e da qui guarda al futuro.
«Le narrazioni in particolare, tra le quali la letteratura si iscrive naturalmente a pieno titolo, hanno lo straordinario potere di far emergere ciò che era celato e di gettare nuova luce su ciò che credevamo noto, restituendo alla realtà la sua complessità e dandoci al contempo gli strumenti per gestirla» spiega la dottoressa Ferrario, con una importante precisazione: «Che – attenzione! – non sono tanto le risposte giuste, di cui la letteratura soprattutto diffida, ma i giusti dubbi: ogni cosa è profondamente connessa? La diversità giustifica l’oppressione? Possiamo vivere con meno? Il dolore altrui ci riguarda? La strada che credevamo perfetta finisce forse nel nulla? Che alternative abbiamo, giunti a questo punto? Innescare il giusto dubbio prelude al deflagrare della necessaria evoluzione».
La cultura gioca un ruolo fondamentale nella costruzione di società resilienti, sane ed eque. Il concetto di sostenibilità attualmente predominante nelle riflessioni sul tema si basa su un paradigma composto da tre pilastri: economico, ambientale e sociale. Manca dunque di un quarto pilastro, quello culturale. La cultura può e deve essere un pilastro posto in una relazione paritaria con le altre tre dimensioni della sostenibilità per il suo contributo alla creazione di narrazioni collettive, la sua capacità di guarire e consolidare le comunità e promuovere la diversità.
Nella lectio d’apertura del Salone internazionale del Libro, l’autrice Chimamanda Ngozi Adichie ha richiamato al valore del libro come bussola e guida in tempi complessi, parlando di diseguaglianze e dell’empatia che nasce attraverso la lettura di storie diverse dalla nostra: «Leggiamo per sentirci meno soli, per apprendere e conoscere. E leggendo riusciamo a immedesimarci e a vedere il mondo con occhi diversi, a capire e quindi crescere».
Con una particolare attenzione all’età della crescita e della formazione, il Salone del Libro di quest’anno ha ampliato il Bookstock, l’area dedicata alle scuole, ai bambini e delle loro famiglie, ai giovani e a tutti coloro che amano scoprire e sperimentare. Un luogo che mette i giovani al centro, dando loro la parola, coinvolgendoli negli incontri e in un dialogo attorno ai 17 obiettivi dell’Agenda 2030.
Come ha ricordato il Premio Nobel Giorgio Parisi, «Gli studenti che escono dalle scuole devono essere in grado di orientarsi in questo mondo che è molto diverso dal passato. C’è un enorme quantità di conoscenza a cui possono accedere, ma c’è conoscenza buona e cattiva. Quindi è fondamentale che siano capaci di riconoscerla».
In quest’ottica si rivelano preziose le collaborazioni del Salone del Libro con le università, tra cui ALTIS Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Università del Piemonte Orientale, il Politecnico di Torino e la Rete delle Università Sostenibili.
Se si vogliono rispettare i parametri dello sviluppo sostenibile, è impossibile ignorare il ruolo delle discipline umanistiche che aprono riflessioni sui valori sociali, culturali ed etici. Le visioni del mondo, le credenze e i valori delle persone hanno un impatto immediato sul modo in cui si agisce, e per questo devono essere studiate come dimensioni culturali della sostenibilità.
Ecco cinque letture, consigliate da Margherita Ferrario, per approfondire la tematica: potete cercarle tra gli stand del Salone o in libreria.
Il tempo e l’acqua di Andri Snær Magnason (Iperborea);
Contro l’impegno di Walter Siti (Rizzoli);
La letteratura ci salverà dall’estinzione di Carla Benedetti (Einaudi);
Ecologia letteraria di Serenella Iovino (Edizioni Ambiente);
Medusa. Storie dalla fine del mondo (per come lo conosciamo) di Matteo De Giuli e Nicolò Porcelluzzi (Produzioni Nero), che verrà presentato domani – domenica 17 ottobre – nella Sala Bianca (AREA ESTERNA PAD 3).