Un teatro portavoce del valore della sostenibilità. L’idea di “teatro green” di Mulino ad Arte
La cultura è un bene comune primario come l’acqua: i teatri, le biblioteche, i cinema sono come tanti acquedotti.
E’ una frase di Claudio Abbado che racchiude la risposta ad una domanda che in molti si sono posti in questi mesi, si può stare senza i teatri, le biblioteche e i cinema?
Lunghi mesi privati dei luoghi dell’arte, quei luoghi fatti di persone e storie che raccontano noi stessi e il mondo, nutrendo le nostre coscienze e guidandoci nel nostro cammino. Se la forza dell’arte e della cultura è anche quella di porci davanti alle grandi sfide del nostro (e di altri) tempi o di portarci in mondi diversi dai quali poter scoprire qualcosa in più su noi stessi e sulla vita, quale opportunità può nascere dall’idea di un teatro portavoce del valore della sostenibilità?
Lo abbiamo chiesto a chi ha scelto di intraprendere questa nuova strada (a tratti ancora inesplorata) del teatro green, Daniele Ronco, Direttore di Mulino ad Arte, compagnia teatrale torinese che opera sul territorio nazionale dal 2009.
Daniele ci ha raccontato che quella che definisce come la sua “produzione green“ è iniziata nel 2015 con lo spettacolo “MI abbatto e sono felice” un monologo che porta lo spettatore a riflettere su come si possa essere felici abbattendo l’impatto che ognuno di noi ha nei confronti del Pianeta. La tematica dell’ambiente e della sostenibilità non è solo il fil rouge della narrazione, ma è un elemento concreto dell’intera performance: per realizzare lo spettacolo non viene utilizzata energia elettrica tradizionale ma la scena si autoalimenta. Lo fa grazie allo sforzo prodotto dall’attore in scena che, pedalando per un’ora intera su una bicicletta, fa girare una dinamo collegata ad un faro, che si illumina a seconda dell’intensità della pedalata.
“Lo spettacolo ha riscosso da subito un grande successo di pubblico, è stato quello che mi ha fatto prendere coraggio e ha fatto intraprendere a Mulino ad Arte un percorso identitario sempre più rivolto alla sostenibilità ambientale. Io sono il primo che nella vita persegue questi valori e ho cercato di collimare ciò che sono nella mia vita personale in ciò che produco e organizzo nel lavoro.”
Questo spettacolo si è sviluppato in una trilogia, il secondo capitolo “Il grande giorno” ha debuttato proprio nel 2020 –tra tutte le difficoltà legate alla crisi sanitaria- al festival di Asti Teatro 2020. In scena, una reclusione forzata accompagnata dalla domanda: che cosa accadrebbe se improvvisamente fossimo costretti a rallentare?
Nel frattempo ha preso sempre più vita un’altra cre-azione: il format Teatro a pedali. Il format permette allo spettatore di essere protagonista di un’esperienza divertente, originale e green; grazie alla pedalata, i partecipanti generano energia e contribuiscono direttamente all’auto-sostenibilità dell’evento.
“Il format teatro a pedali, al momento, è composto da 15 bike con una sistema di co-generazione elettrica che alimenta l’impianto audio-luci del palcoscenico e con un mini-computer di bordo che in tempo reale comunica al ciclista (professionista o amatoriale) quanti watt sta producendo.”
Daniele Ronco ripete spesso la parola “azioni”, sempre mirate a mettere la cultura al servizio dell’impegno all’ecologia; un’altra azione in questa direzione è dedicata alla creazione di un teatro veramente green. Nel Marzo 2020 l’Associazione Culturale Mulino ad Arte si è infatti aggiudicata il bando indetto dalla Città di Piossasco (Torino) per l’affidamento del Centro Polifunzionale Comunale “Il Mulino”, con il progetto “The Green Theatre, da vecchio mulino ad eco-teatro”.
“Il progetto Green Theatre ambisce a rimettere in sesto la ruota del vecchio mulino all’interno del polo culturale per produrre energia pulita da spendere in teatro, l’idea è accompagnata un progetto preliminare per installare pannelli fotovoltaici per alimentarla; abbiamo già sostituito la strumentazione cinematografica con strumenti di ultima generazione con un ridotto impatto ambientale e stiamo lavorando per eliminare la biglietteria cartacea” e sono molte altre le azioni in cantiere.
Questo è quello che vuole fare Mulino ad Arte, ideare e mettere in piedi un teatro sostenibile che tratti tematiche green e provare a vincere una sfida personale ma anche collettiva.
“La mia sfida è un po’ quella ripresa nel libro Possiamo salvare il mondo, prima di cena, in cui l’autore, Jonathan Safran Foer, racconta come la cosa difficile del “green” è che non fa show perché non è empatico come altri grandi temi che magari riteniamo ci tocchino più da vicino. Da lì unendo la mia etica, il mio modo di vivere, i miei sogni, ho deciso di lanciare questa provocazione: cercare di fare show con queste tematiche“.
Sapendo quanto queste tematiche in realtà ci riguardino molto da vicino e influenzino la nostra vita sul Pianeta, non ci resta che concludere come abbiamo iniziato, con un’altra frase di Claudio Abbado: “la cultura è salvifica, ci permette di distinguere tra bene e male” ed è uno strumento indispensabile anche per ripensare il futuro.