Tokyo 2020: le olimpiadi più green della storia
Il comitato olimpico ha seguito la filosofia "zero sprechi" applicando lo schema delle 3R "Riduci, Riusa, Ricicla"
Le Olimpiadi appena concluse possono essere considerate le più ecologiche di sempre. Il Governo giapponese si è impegnato per garantire la sostenibilità ambientale della manifestazione, sia nelle fasi preparatorie che nella rete di infrastrutture necessaria al suo svolgimento. Il piano di sostenibilità per Tokyo 2020 era stato pubblicato nel novembre del 2018 dal Comitato organizzatore delle Olimpiadi con il titolo “Diventiamo migliori, insieme. Per il Pianeta e le persone”. Nel villaggio olimpico e nei luoghi delle competizioni è stata usata esclusivamente energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili e la rete di trasporti connessa all’evento è stata costituita da veicoli elettrici: il tutto per rendere il più possibile l’evento a zero emissioni. Il 99% dei beni acquisiti provenivano da materiali riciclati, presi in prestito o riutilizzati; almeno il 65% dei rifiuti prodotti durante l’intera manifestazione è stato poi a sua volta riciclato. Per quanto riguarda la gestione delle risorse, il comitato olimpico ha seguito la filosofia “zero sprechi” applicando lo schema delle 3R “Riduci, Riusa, Ricicla”.
Una grande attenzione è stata riposta anche nell’utilizzo consapevole delle risorse idriche: le sedi dei giochi sono state dotate di efficienti sistemi di filtraggio che hanno consentito di raccogliere acqua piovana e utilizzare acque di ricircolo. Le medaglie olimpiche sono state costruite con gli scarti di smartphones e tablet: le circa 5000 medaglie complessivamente distribuite in Giappone sono state realizzate con i minerali estratti da 79000 tonnellate di e-waste (rifiuti elettronici) compresi cellulari, macchine fotografiche, pc e tablet. La stessa torcia olimpica è stata ottenuta dall’alluminio recuperato dagli alloggi di soccorso costruiti dopo lo tsunami del 2011. 18000 letti per atleti e staff sono stati creati con cartone riciclato e i 98 podi per i vincitori, stampati in 3D usando 25 tonnellate di rifiuti plastici. L’Olympic Plaza e lo stadio di Kengo Kuma sono stati costruiti in legno. I ricercatori però hanno poi precisato che questo legname si è scoperto provenire in parte dalle foreste indonesiane spesso oggetto di deforestazione.
L’ecosostenibilità nelle Olimpiadi è stata introdotta per la prima volta in Canada, durante i Vancouver Winter Olympic Games del 2010 e l’idea di inserire nelle medaglie olimpiche materiali di riciclo è stata anche ripresa a Rio 2016. Il Giappone è uno dei Paesi che registra le più alte emissioni di carbonio al mondo: il comitato olimpico di Tokyo 2020 ha voluto dimostrare che anche un Paese così coinvolto nell’inquinamento globale può contare su impegno e responsabilità per costruire un futuro più verde per il Pianeta. Queste Olimpiadi verranno ricordate per la strategia sulla decarbonizzazione: le misure adottate hanno ridotto drasticamente l’impronta di carbonio dell’evento.