Coronavirus, la Cop26 slitta di nuovo: gli aggiornamenti
Accolta la richiesta dei padroni di casa britannici: i colloqui sul clima sono stati rimandati di un anno
Nuovo rinvio per la Cop26, che avrebbe dovuto svolgersi dal 9 al 18 novembre 2020 a Glasgow, nel Regno Unito, e all’inizio di aprile era già stata rimandata a causa del Coronavirus. Inizialmente si era pensato che la conferenza sul clima avrebbe potuto svolgersi indicativamente nei primi mesi del 2021, ma il Governo britannico ha chiesto di posticiparla ancora.
La Cop26 si terrà dunque nella prima metà di novembre 2021 quando, ci si auspica, il Coronavirus non rappresenterà più un’emergenza.
La decisione di rinviare i colloqui sul clima è stata ufficializzata ieri, quando la richiesta dei padroni di casa britannici è stata accolta dai rappresentanti dell’Ufficio COP dell’UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change), con i partner britannici e italiani. Sarà infatti l’Italia, e in particolare la città di Milano, a ospitare gli eventi che aprono la strada ai negoziati di Glasgow: la pre-Cop, con i lavori preparatori per la Cop26, e la Youth Cop, conferenza dei giovani impegnati per il clima e l’ambiente.
#COP26 will take place between 1 – 12 November 2021 in Glasgow.
The COP Bureau of the @UNFCCC, with the UK and our Italian partners today agreed on new dates for the summit.
The UK will continue to work to increase #ClimateAction, build resilience and lower emissions. pic.twitter.com/uhIKC4lJp8
— COP26 (@COP26) May 28, 2020
Questo significa che i negoziati sulla crisi climatica resteranno fermi per un anno, anche se per ridare loro slancio non si esclude che possano essere organizzate riunioni intermedie prima della Conferenza di Glasgow. La speranza è, per lo meno, che i Governi arrivino ai tavoli della Cop26 con dei programmi dettagliati volti a ridurre le proprie emissioni di gas serra, in linea con quanto previsto dagli Accordi di Parigi, che finora nella maggior parte dei casi non sono stati rispettati.
Agire in modo più deciso sulle emissioni è fondamentale: secondo le stime, gli impegni attuali che riguardano le emissioni porterebbero il Pianeta a ben 3 gradi in più rispetto ai livelli preindustriali, superando di gran lunga il limite massimo dei 2 gradi di riscaldamento che era stato fissato nel 2015.
Il premier britannico Boris Johnson ha detto che, una volta superata la fase di emergenza, sarà un dovere nei confronti delle generazioni future «ricostruire meglio, e basare la nostra ripresa su solide basi, tra cui un’economia globale più equa, più green e più resistente».
"We owe it to future generations to build back better"
PM @BorisJohnson on the importance of a green and resilient recovery at the @UN Financing for Development event today.
"The UK will take this forward by hosting the UN Climate Change Conference in Glasgow"
? ? ?#COP26 pic.twitter.com/hnKV3Fz5Z0
— COP26 (@COP26) May 28, 2020